Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

A cosa serve l’europeismo dei postcomunisti

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In Italia, nella sinistra postcomunista, il sentimento antiamericano è diffuso, tenace, infrangibile. E oggi però appare in difficoltà, perchè gli Usa sono dalla parte degli ucraini, cioè degli aggrediti. Come adeguare a una simile circostanza l’antica ostilità? Semplice: rifugiandosi nell’Europa. Fateci caso. Giorgio dopo giorno, sta crescendo nella sinistra antiamericana un forte europeismo, uno strenuo europeismo. Si chiede a gran voce che l’Europa prenda in mano la crisi, che sia più coraggiosa politicamente. Si chiede perfino un esercito comune.

Ma attenzione a congratularsi. A ben vedere, l’europeismo dei postcomunisti è l’ultima versione dell’antiamericanismo d’antan. E’ un modo per dividere l’Occidente tra buoni e cattivi: i buoni sono gli europei che cercano la pace in Ucraina, i cattivi sono gli americani che vogliono la guerra alla Russia. Vino nuovo in botti vecchie.

E poco male se questo significa lasciare che Davide se la sbrighi da solo con Golia (mai mandare armi agli aggrediti, dicono i nostri). L’importante è un’ideologia antiamericana che dura coriacea da molti decenni. Anche a costo di scoprirsi improvvisamente innamorati di Bruxelles.