Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

A Parigi!

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Macron ha varato una riforma pensionistica che protegge i giovani dai debiti fatti dai vecchi. Ha avuto coraggio. Poteva lasciare le cose come stanno. Di certo i giovani non sarebbero scesi in piazza per rivendicare il proprio futuro. Sindacati e partiti invece stanno reagendo con durezza, incuranti delle compatibilità finanziarie (e del favore che la rivolta fa a Marine Le Pen).

Nel 2011 il governo Monti varò una riforma Fornero decisamente più dura della riforma Macron. Fu votata da un’ampia maggioranza, comprendente il Pd di Bersani e il centrodestra di Berlusconi e Fini.

Poi è cominciata la guerra. Salvini ha imposto “Quota 100”, ovvero mezzo milione di lavoratori andati in pensione a 62 anni al costo di 20 miliardi. Un’enormità! Nel frattempo, Elsa Fornero veniva sistematicamente messa in croce da sindacati, estrema sinistra, grillini, leghisti, oltre che dai soliti talkshow di La7, Rai3 e Rete4. Un teatrino della peggiore demagogia, dal quale il Pd si è coerentemente tenuto fuori.

Ma oggi, inusitatamente, il Pd - lo stesso Pd che votò la Fornero - decide di partecipare alle manifestazioni di Parigi, invitando a “sostenere la mobilitazione sociale per il ritiro della riforma delle pensioni, una misura estremamente ingiusta”. Niente da fare. Il richiamo della piazza è irresistibile.