Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Aborto e antiamericanismo

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La sentenza della Corte Suprema americana è reazionaria. Come è reazionaria la politica Usa delle armi domestiche. Come è vergognoso lo stillicidio dei neri sotto il fuoco della polizia. Come è inaccettabile il muro anti-migranti in un paese che utilizza grandi quantitativi di lavoro irregolare. Come è spaventosa la risposta di Trump e dei suoi alla sconfitta elettorale.

Negli Usa succedono cose che confliggono con la democrazia liberale. Ed è doverosa, da parte di chi vive in regimi democratici, la critica più forte. Ma a patto che tutti i salmi non finiscano in gloria e cioè nel solito, malmostoso antiamericanismo. Tanto più che i nodi della crisi americana ci riguardano da vicino. Anche in Italia siamo afflitti dalla piaga della disparità di genere, dalla violenza privata, dall’immigrazione irregolare. Anche in Italia, sebbene in mancanza di un Trump, soffriamo l’onda populista.

Ragionare sullo stato di salute della democrazia liberale è un conto, esprimere pulsioni anti-occidentali tutt’altro.

E ragionare significa anzitutto dire le cose come sono. La pronuncia della Corte smentisce pratiche di civiltà maturate nell’ultimo cinquantennio. Inaccettabile. E tuttavia, abolendo la sentenza Roe v. Wade, la Corte in realtà rimanda la decisione ai singoli Stati, che saranno liberi di legificare in materia. "La Costituzione non garantisce il diritto all'aborto: l'autorità per regolamentare questa pratica deve tornare al popolo e ai rappresentanti eletti democraticamente". Queste le parole testuali.