Al verde

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Alberi capitozzati più che potati, caduti con il maltempo, abbattuti perché giudicati malati. Parchi urbani inaugurati e poi chiusi, parchi regionali esistenti solo sulla carta. Aiuole adottate senza cura o coltivate senza disponibilità di acqua. Progetti bloccati, proposte respinte. Istituzioni ingessate, giardinieri anziani, mezzi insufficienti.

Ed il verde passa rapidamente da risorsa a problema, emergenza.

Eppure in città si moltiplicano iniziative di pulizia, cura, promozione e riflessione da parte di singoli cittadini, operatori del terzo settore e pure privati, a testimonianza di una crescente coscienza ambientale e di una domanda di verde pubblico che non trova riscontro nella vita quotidiana.

“Non ci sono i soldi”, si sente comunemente dire.

Eppure in Europa si discute, anche attraverso l’articolazione di linee di finanziamento ad hoc, di foreste urbane, agricoltura multifunzionale, servizi ecosistemici, paesaggio, economia circolare, filiera corta, consumo di suolo, agroecologia, rigenerazione urbana, riconoscendo nella corretta valorizzazione del Sistema Verde una importante strategia per la resilienza e la qualità della vita nelle grandi città.

E allora come innovare i modelli gestionali delle aree verdi urbane e periurbane, dalle aiuole ai parchi metropolitani, in maniera interdisciplinare e trasversale, per ripristinare un rapporto a somma positiva tra cittadini ed ecosistemi naturali?