Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Attenzione agli “sconfitti"

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In Ungheria e Serbia si è appena votato, in Francia si voterà tra breve, in Italia l’anno prossimo. Ma attenzione. Si tratta di elezioni che appaiono condizionate dai “cigni neri” della pandemia e della guerra e, prima ancora, dagli effetti collaterali (per così dire) della globalizzazione.

Com’è noto, non sono stati pochi gli “sconfitti dalla globalizzazione”, coloro che non hanno potuto salire sul carro, coloro che ne sono stati danneggiati. Populismi e sovranismi nascono anche da queste sofferenze sociali, che poi la pandemia e la guerra, naturalmente, hanno finito per enfatizzare. Certo è che oggi crescono a macchia d’olio le aree di crisi economica, l’incertezza culturale, il disorientamento mentale, perfino l’ansia della sopravvivenza fisica. E torna lo spettro dell’inflazione, fenomeno socialmente e politicamente devastante come pochi altri (si pensi all’Europa del primo ‘900).

Ebbene, è fin troppo facile prevedere che, in un simile contesto, sia destinata a crescere l’area degli “sconfitti”, di quelli che erano contro l’Europa e contro la finanza, che poi si sono ribellati alla “dittatura sanitaria” e che oggi vorrebbero la pace a ogni costo, fosse pure la resa dell’Ucraina.

Queste componenti sociali e culturali hanno già vinto in Ungheria e in Serbia. Vinceranno anche in Francia, portando la destra all’Eliseo? C’è chi non lo esclude. E quanto peseranno nelle elezioni italiane? In Italia, a parte il Pd e le formazioni “centriste”, l’intero spettro politico ha flirtato negli ultimi anni con gli euroscettici, con i NoVax, con le “democrazie illiberali”, con Putin, con Xi. Si tratta soltanto della demagogia di qualche leader inadeguato o delle effettive opzioni degli italiani?