Paolo Macry

La finestra
di Paolo Macry

Cattivi tedeschi (e italiani brava gente)

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Sarà il ricordo della guerra mondiale, sarà l’usuale insofferenza per i primi della classe, ma i tedeschi continuano a soffrire di una cattiva fama. Anche l’antieuropeismo che alligna nell’opinione pubblica usa spesso questo argomento: sono i tedeschi a piegare l’Unione ai propri interessi egoistici.

Favole, anzi fandonie, che servono a coprire i nostri conclamati difetti.

Un esempio? Nel 2015, in piena emergenza migratoria, la Germania decise di farsi carico di oltre un milione di rifugiati dalla guerra mediorientale. Volontariamente. Il trattato di Dublino non la costringeva a questo. L’Italia ne prese duecentomila, un sesto. E poi, fra i crucchi, i migranti trovarono ben altra accoglienza che da noi. Cinque anni dopo, la maggioranza ha un’abitazione e un lavoro e tutti i giovani frequentano le scuole tedesche.

E oggi? Qual è il paese che, di fronte al Covid, ha imposto a Bruxelles il nuovo Mes, le preziose politiche della Banca Europea, il ricco Recovery Fund? La Germania, naturalmente.