Città metropolitana: ecco le strategie

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Negli ultimi anni il tema dell’edilizia residenziale pubblica, noto anche come social housing, è tornato prepotentemente alla ribalta delle politiche urbanistiche e sociali italiane, come diretta conseguenza della ingente crisi economico-finanziaria che attraversa l’Europa da ormai dieci anni. Ciò ha determinato una caduta tendenziale netta del reddito e dei livelli di occupazione , aggravando le relative diseguaglianze ed accentuando i fenomeni di disagio sociale e depauperamento di larghi strati della popolazione. Gli effetti nefasti della deindustrializzazione e della contrazione degli investimenti pubblici hanno colpito, in particolare, proprio il ceto medio, che costituisce l’ossatura storico-sociale della nostra società. Per questo motivo molte famiglie sono spinte costantemente verso la marginalità sociale e l’impossibilità di accedere e fruire di beni fondamentali ed essenziali, quale appunto la casa.

in questo contesto la Città Metropolitana di Napoli ha ritenuto necessario sviluppare politiche finalizzate a favorire l’offerta di alloggi a prezzi accessibili , anche ai ceti medi colpiti dalla contrazione del reddito, muovendosi nell’ambito delle funzioni attribuitele dall’art. 1, comma 44, lettera b) della Legge 56/2014, vale a dire la « pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni compresi nel territorio metropolitano ».

La deliberazione da me promossa, già adottata dal Sindaco Metropolitano Luigi De Magistris e posta all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Metropolitano, si muove proprio in tale direzione , fornendo ai Comuni compresi nel territorio di competenza linee guida di tipo euristico per la gestione dei fabbisogni abitativi connessi a politiche sociali di edilizia residenziale, finalizzate alla realizzazione di iniziative pubbliche di edilizia sociale, pur nel rispetto dell’autonomia pianificatoria e delle scelte di destinazione urbanistica ad essi attribuite dalla normativa vigente. Nella parte introduttiva del provvedimento si procede alla ricognizione della disciplina esistente in materia di social housing, riferita ai vari livelli di governo, e costituita essenzialmente dalla Legge Regionale 19/2009 (in particolare l’articolo 7 sulla riqualificazione di aree urbane degradate), dall’articolo 10 della Legge 80/2014, recante misure urgenti per l’emergenza abitativa ed il mercato delle costruzioni, nonché dal regolamento attuativo della norma nazionale, approvato dalla Giunta Regionale della Campania con la deliberazione n. 356 dell’8 agosto 2014. Quest’ultima, tra l’altro, definisce all’articolo 3 le caratteristiche tecniche che gli alloggi realizzati dovranno garantire e, all’articolo 4, i requisiti necessari per accedere al programma di edilizia sociale da parte dei soggetti svantaggiati, stabilendo l’indicatore ISEE non superiore ad € 30.000 quale soglia minima inderogabile.

La parte più innovativa del provvedimento in corso di approvazione costituisce, in sostanza, un atto di indirizzo e coordinamento, con il quale si intende delineare la graduazione e la ponderazione degli interessi e delle scelte allocative dei nuovi insediamenti di social housing , al fine di garantire una distribuzione spaziale e geoterritoriale rispettosa dei criteri fondamentali stabiliti dalle norme vigenti, quali il contenimento del consumo di suolo agricolo, il riuso di spazi già oggetto di insediamenti degradati e/o dismessi, la correlazione con la rete dei trasporti intermodale, con i servizi pubblici, le dotazioni territoriali e le attrezzature pubbliche. A tal proposito è stata rilevata una totale convergenza con i contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento (PTC, adottato con le deliberazioni del Sindaco Metropolitano n. 25/2016 e n. 75/2016, ed in corso di approvazione) che, nei suoi obiettivi prioritari, prevede proprio la riduzione o limitazione del consumo di suolo. In particolare, il contenimento del consumo di suolo agronaturale che, come noto, costituisce una risorsa non rinnovabile viene perseguito non soltanto attraverso un opportuno dimensionamento degli strumenti urbanistici comunali, ma anche applicando gli indirizzi generali per la localizzazione dei nuovi insediamenti indicati nell’articolo 70 delle Norme di Attuazione (NdA) allegate allo stesso PTC. Pertanto lelinee guida della Città Metropolitana prevedono che la scelta delle aree da destinare ad Edilizia Residenziale Sociale, anche in variante agli strumenti urbanistici vigenti, debba prediligere le aree già urbanizzate ed il recupero del patrimonio edilizio esistente , ovvero che debba risultare coerente con le linee strategiche delineate nel PTC in itinere e, in particolare, con l’articolo 70 che disciplina i criteri per la localizzazione di nuovi insediamenti.

In definitiva le disposizioni contenute nel provvedimento consentono, nel loro complesso, di realizzare degli interventi urbanistici in cui gli alloggi configurano un servizio pubblico di interesse economico generale che, da un lato incentiva il settore pubblico (in partenariato con il privato-sociale ed anche, in parte, con soggetti di mercato) ad intraprendere iniziative di investimento remunerativo nel campo dell’Edilizia Residenziale Sociale, e dall’altro stimola segmenti sociali collocati al limite della soglia di povertà relativa a perseguire, anch’essi, una politica di investimento sul futuro, a partire da livelli di reddito e di risparmio non proibitivi.