Come in un film di fantascienza

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Trent’anni prima di ora, quando non c’era ancora il terzo millennio e neanche l’euro, un amico francese che, dopo molti anni tornava a Parigi, mi congedò con una strana metafora su Napoli. Questa città ha una forza singolare, ti spinge con il vento in poppa, ma cambia spesso direzione il vento, mentre se provi a nuotare contro le onde ti lascia immediatamente affogare . Allora pensavo che il mio amico, come molti altri, aveva viaggiato con il vento in poppa ma anche con la riserva mentale che, prima o poi, Napoli sarebbe rimasta solo un ricordo e la forza di una metafora brillante, combinata con una popolazione accogliente, cordiale, singolare, cinica e molto propensa ai cambi di rotta. Le contraddizioni sono davvero divaricate ma se ne potrebbero anche aggiungere ancora. Il terzo millennio ha ulteriormente complicato questo schema . Mentre la seconda metà del novecento ne ha ridotto sia la base oggettiva che il comportamento soggettivo: che parte dei napoletani locali – ed altri che arrivarono dal resto dell’Europa, gli stranieri intraprendenti – e decisero di viverci e creare una bella stagione di sviluppo. Le condizioni per uscire dal novecento, la base oggettiva, furono, purtroppo, quelle di imbarcarsi in un temporale permanente ed oscuro, peggio di Blade Runner: un film di fantascienza del 1982, diretto da Ridley Scott e interpretato da Harrison Ford. Ma non fu un terremoto geologico a produrre danni particolari alla città nel 1980. La popolazione di Napoli, e le sue multiformi combinazioni, esplosero come una galassia impazzita : ed entrarono, in parte, “felici” nel terzo millennio. Ma in quel momento iniziava lo sfarinamento della comunità. E dopo il 2008, le istituzioni non governano ma raccontano mondi improbabili . Una specie di medioevo che aspetta un nuovo (altrettanto improbabile?) rinascimento. Forse non ci sarà né l’uno né l’altro. Napoli non si scompone: vive nei giorni e nei secoli; mai negli anni. Cambia ma non se ne accorge, e si accontenta di poco. I napoletani, uno per uno, cercano tuttavia di ritrovarsi tra loro: è difficile ma in questo modo qualcuno comincerà pure a trovare la via di uscita.

Come nel finale di Blade Runner.