Paolo Macry

La finestra
di Paolo Macry

Covid: attenzione a non perdere la testa!

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In che modo elaborerà la paura, un bambino, nell’anno fatale 2020? Cosa capirà di virus, contagi, epidemiologia? Che significato darà a quei banchi singoli, a quell’obbligo di distanza, a quel volto mascherato del maestro?

E un “adolescente digitale”? Cosa significherà per lui il dilagare della comunicazione telematica, cioè un modo di relazionarsi che già pratica da tempo con le chat e i social, ma che oggi sembra diventare una sorta di obbligo sanitario? Che fine farà la sua socialità, il branco, il grappolo degli amici intimi? Finirà per perdere la dimensione fisica della realtà, per conoscere soltanto il proprio corpo? Che amore sarà l’amore dei giovani nell’età post-epidemica? 

E tutti noi: cosa significherà il richiudersi dei confini? Ci eravamo abituati a vedere il mondo con i nostri occhi, a prendere un biglietto low cost e a fare esperienza diretta dell’ignoto. E ora? Suppliremo con i programmi del National Geographic?

Sarebbe sciocco qualificare simili considerazioni come negazioniste. L’epidemia c’è ed è insidiosa. Ma nell’affrontarla governi e popolazioni non dovrebbero mai dimenticarne i rischi culturali, oltre che quelli sanitari. In gioco, dopotutto, c’è l’equilibrio mentale di intere generazioni.