Al 2023 – secondo gli ultimi dati disponibili Istat – in Italia sono 3.039 i morti sulla strada, 224.634 i feriti e 166.525 gli incidenti stradali complessivi. Il costo sociale di tali sinistri con lesioni a persone, rilevati dalle Forze dell’ordine, ammonta a quasi 18 miliardi di euro nel 2023, pari all’1% del Pil nazionale. E, al di là dei numeri, essi restano la prima causa di mortalità in Italia nella fascia 19-23 anni.
Saranno questi i parametri di riferimento per valutare l’efficacia del nuovo codice della strada, al di là dei prematuri proclami del Ministro Salvini, che lo ha fortemente voluto.
Variegate le vittime: morti innocenti sulle strisce pedonale, morti colpevoli per aver alzato troppo il gomito o assunto stupefacenti, morti sprovveduti perché vittime di distrazione da telefono cellulare. I dati richiamati confermano che disattenzione, mancato rispetto della precedenza e velocità troppo elevata sono i comportamenti errati più frequenti e pericolosi alla guida.
In questo contesto di insicurezza e rischi anche la Campania e Napoli, pur non essendo i territori di maggiore incidentalità, nonostante l’indisciplina dilagante, fanno la loro parte. Sono anch’essi spesso teatro di episodi gravi, di morti e feriti su strade, che, a ben vedere e sempre più, rappresentano anche occasione di aggressività e liti tra conducenti alla guida e tra questi ultimi e i pedoni.
Per contrastare il fenomeno il 14 dicembre scorso è entrato in vigore il nuovo codice della strada con ampliamento di fattispecie e prescrizioni e con sanzioni più aspre per le violazioni. Tolleranza zero contro atteggiamenti più o meno gravi: circolazione contromano, guida in stato di ebbrezza, utilizzo di smartphone e dispositivi analoghi, guida spericolata di biciclette e monopattini elettrici, che dovranno essere dotati di assicurazione, targa, indicatori luminosi e casco.
Una battaglia per la sicurezza, dunque, ma anche per la civiltà come, ad esempio, nel caso di inasprimento delle sanzioni per chi parcheggia sugli spazi riservati agli invalidi.
Ci si chiede se la nuova normativa sia attuabile, equilibrata ed efficace o, al contrario, eccessivamente rigorosa e persecutoria. Se contribuirà davvero ad un miglioramento di sicurezza e disciplina per la viabilità. Diverranno più ligi e tolleranti conducenti e pedoni? Smetteranno i riders, incalzati da motivi di tempo, di fare i pirati e di ignorare le più basilari norme del codice stradale? Basteranno queste regole repressive a raggiungere il risultato o occorrerebbero anche azioni efficaci di formazione e informazione, soprattutto ai più giovani? Se tutto ciò è necessario nell’intero paese lo è, a maggior ragione a Napoli, dove il caos regna sempre un po’ padrone. Che ne dite lettori di Nagorà?
© Gabriella RealeCentro Studi - ACEN