Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Il paese che non impara mai

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L’Italia sommersa è il paradigma di un paese che non impara mai. In Romagna, quando l’onda eccezionale dei giorni scorsi ha scavalcato i margini dei fiumi (che in verità avevano tenuto), ha trovato sulla propria strada abitazioni, capannoni, centri commerciali costruiti dove non andavano costruiti. “Ravenna è la seconda città più edificata d’Italia, Reggio Emilia la quarta, Modena la sesta”, scrive sul Corriere della Sera Virginia Piccolillo. “Tra 2020 e 2021 l’Emilia-Romagna ha consumato 658 ettari di suolo, di cui 78 ad alta pericolosità idraulica. Forlì (118mila abitanti) ha approvato 97 nuovi supermercati. La metà è in costruzione. Gli ultimi 12 sono già sott’acqua”. Disastri simili sono gli ultimi di una lunga serie. In Liguria, ad esempio. In Campania. L’alluvione di Sarno del 1998 fece 161 vittime. Quella di Casamicciola, l’anno scorso, 12 vittime.

L’Italia è un paese spesso maltrattato dagli italiani. E fragile. Eventi climatici estremi e fenomeni sismici sono destinati a ripetersi. La stragrande maggioranza delle frane europee colpisce il nostro paese. Servirebbe una struttura tecnica permanente, in grado di “rammendare” le migliaia di criticità idrogeologiche presenti sul territorio.

Il governo Renzi l’aveva messa in piedi nel 2014, adottando un’idea di Renzo Piano e investendovi alcuni miliardi. Si chiamava “Italia Sicura”. Ricorda il suo coordinatore, Erasmo D’Angelis: “nel 2015 avevamo fatto partire i tre più grandi cantieri europei per la difesa dalle alluvioni. A Genova, erano a disposizione 500 milioni per allargare le gallerie sotto la città, dove è intombato il fiume Bisagno. Stesso progetto per il Seveso a Milano e per l’Arno a Firenze. In Italia ci sono venti chilometri di corsi d’acqua intombati sotto le città. Se si fosse intervenuti a Bologna, non sarebbe esploso il Ravone”.

Nel 2018, però, il governo grillino-leghista chiuse quella preziosa struttura. Dall’oggi al domani. Perchè? Chiedere a Giuseppe Conte.