Il patrimonio edilizio esistente, tra sicurezza e salvaguardia

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La sequenza tragica di avvenimenti calamitosi, con il prezzo pagato in termini di vite umane ma anche di costi per la ricostruzione delle aree colpite, sembra aver finalmente determinato, nel momento delle drammatiche vicende di Amatrice e degli altri paesi confinanti, un sentimento di reazione convinta sull’insostenibilità di un modello di Paese impreparato a prevenire e limitare i danni in caso di eventi tellurici o altre catastrofi.

Anche se ancora timidamente, comincia a farsi largo l’idea che, piuttosto che impegnare risorse ed energie per riparare ciò che è stato distrutto, è sicuramente più utile programmare ed investire in progetti di prevenzione, di consolidamento, di messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio e dei centri abitati della penisola.

Questo sembra essere anche l’intendimento del governo, se è vero che comincia a prendere forma “Casa Italia”, un programma che si annuncia come una svolta, con il dichiarato obiettivo di concentrare tutti gli sforzi dei diversi attori, pubblici e privati, in un piano decennale e, se serve, anche oltre, per conseguire il risultato di un generale miglioramento nelle condizioni di affidabilità e sicurezza dei nostri edifici come dell’ambiente in cui viviamo.

Oggi è possibile articolare un simile piano, avendo anche le competenze e, in alcuni casi, il Know-how necessario per una impresa così impegnativa. A partire da esperienze già compiute (e proprio Napoli ne è stata sede, come nel caso della best practice Sirena) si possono ipotizzare un insieme di interventi, strumenti e buone pratiche finalizzate al recupero, consolidamento, riqualificazione e anche rigenerazione di immobili del patrimonio pubblico come di quello privato, ovvero di interi ambiti o complessi.

Va anche sottolineato che, così come significative quote di fondi europei, sono state assegnate a programmi volti a conseguire risparmi energetici (risorse utilmente impiegabili nel caso di progetti di ristrutturazione degli immobili di cui si parla), egualmente va affermata, a Roma come a Bruxelles, la centralità di un Grande Progetto per la messa in sicurezza delle nostre città e territori.