Camilleri ha scritto pagine molto belle, De Crescenzo era un osservatore vivacissimo. Oggi sono ricordati come due “grandi meridionali”, l’interprete della “sicilianità” il primo, l’interprete della “napoletanità” l’altro. Vero. Camilleri e De Crescenzo hanno divulgato in tutto il mondo i valori autoctoni dei propri territori, culture locali radicate all’ombra di maestosi vulcani, comportamenti di tribù antiche e impossibili da normalizzare.
Meridionali, siciliani, napoletani. Non c’è, in tutto questo, un sentore di claustrofobia?
© Paolo MacryProfessore Emerito, Federico II