L'arte contemporanea sul lungomare?

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Negli stessi giorni di NAlbero dello scorso anno, Mimmo Paladino realizzava nei cortili dei Quartieri Spagnoli un altro albero di Natale , un obelisco alto 20 metri che evocava con i suoi numeri lo scorrere del tempo ma anche il senso della misura e del rapporto con il paesaggio urbano. Per 15 anni Napoli ha vissuto l’avvicendarsi di numerose installazioni di artisti contemporanei, inaugurate a piazza Plebiscito dallo stesso Paladino nel 1995 con la Montagna di Sale, poi con gli armadi appesi di Yannis Kounellis, la grande vela di Anish Kapoor e molti altri. Tutti gli artisti coinvolti interpretavano lo spazio della piazza, il carattere di una città e di una cultura cercando, attraverso la loro opera e ognuno a suo modo, di lasciare un segno contemporaneo che potesse sollecitare nei cittadini/fruitori, una reazione e una partecipazione attiva.

Non è questione di snobismo culturale o, addirittura, di pregiudizio di classe, a proposito del kitsch che poteva rappresentare ieri Nalbero, oggi ‘O Cuorno o addirittura il Peperoncino, è questione di politiche culturali che non si possono limitare a banali valutazioni turistico-commerciali. Claes Oldenburg e Coosie Van Bruggen, artisti pop americani, sceglievano gli oggetti della vita quotidiana, li ingrandivano alla scala urbana e li facevano diventare opere d’arte sottraendoli alla loro funzione originari affidandogli, e questa è la differenza, un forte carattere provocatorio e talvolta di denuncia. Dai mozziconi ai rossetti giganti al posto dei cannoni, ai cavatappi a spirale, ai coni gelato rovesciati sul margine degli edifici. Famosa è rimasta la loro performance a Venezia nel 1985 con il Corso del Coltello, una nave -coltello con le lame come vele issate tra le torri dell’Arsenale.

Oggi, a proposito della discussione su quale sia l’intervento più adeguato per la città, e dopo l’inquietante esperienza di Nalbero dello scorso anno , sarebbe così difficile immaginare, come è stato fatto già in anni passati, neanche tanto lontani, che anche il lungomare potrebbe diventare il luogo dell’arte contemporanea in una delle città più belle del mondo?