La crisi come opportunità per la gestione della mobilità

di

Nell’area metropolitana di Napoli, mentre si inaugurano aperture di nuove stazioni, nuovi tratti ferroviari e arrivano nuovi mezzi su gomma, la crisi sanitaria ha messo in evidenza, ancora una volta, i problemi di una “governance” complessiva della mobilità e l’esigenza di una immediata sostenibilità̀ ambientale dei trasporti.

 Quello dell’interazione tra uomo e ambiente è diventato, infatti, argomento sul quale l’opinione pubblica, la ricerca scientifica, gli apparati comunitari stanno indirizzando la loro attenzione per strategie di contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici e dei gas serra. 

Nei momenti di crisi, i vincenti sono, comunque, quelli che trovano nuove occasioni e opportunità. La storia delle precedenti recessioni ci insegna che, limitarsi a tagliare i costi, non porta benefici. Occorre guardare lontano e ripensare a nuovi modelli organizzativi, cercando strategie in un processo di adattamento ai problemi che si sono creati. I servizi per la mobilità cittadina sono, da questo punto di vista, attrezzati, essendo abituati ad un continuo adattamento al traffico caotico dell’area metropolitana. 

Oggi, dopo il periodo di blocco, è necessario utilizzare il cambiamento per provare nuove soluzioni. In fin dei conti, è un’occasione storica che non va sprecata. Durante il “lockdown”, come era naturale, si è riscontrata una riduzione di tutti i sistemi di mobilità, in larga parte dovuti alle restrizioni che consentivano, solo ad alcune categorie di lavoratori, di potersi muovere per andare al proprio posto di lavoro. Il traffico è diminuito, ma la percentuale più elevata di spostamenti è stata, comunque, quella delle auto private, anche perché i timori di virus erano bassi nell’uso della propria auto. 

Oggi si presentano due scenari possibili

Il primo riguarda la possibilità che, nell’area metropolitana, tutto torni alla normalità pre-crisi sanitaria, con i mezzi pubblici e le auto private che determineranno una congestione simile a quella precedente. L’impatto del lavoro agile da casa avrà un effetto molto limitato e, con il possibile calo del senso di pericolo, considerando che le abitudini sono difficili da cambiare, avverrà quello che alcuni esempi mettono già in evidenza: movida o passeggiata al mare. 

Il secondo scenario riguarda la possibilità - politica - di sfruttare l’abitudine all’uso dei sistemi telematici, avvenuto in questo periodo, per definire un diverso sistema di mobilità nelle aree metropolitane congestionate. 

Alcuni sondaggi indicano una relativa accettazione del nuovo modello di impegno “non in presenza”, in particolare per persone che vivono lontane dal proprio posto di lavoro. Inoltre, in alcuni campi, si è notata il tendenziale aumento della produttività, connesso probabilmente alla possibilità di una più precisa definizione degli obiettivi lavorativi, almeno per quelli misurabili su base di risultati giornalieri. Questo scenario, di uso parziale del lavoro da casa, sarebbe attuabile se i datori di lavoro e gli uffici pubblici si organizzassero con orari di lavoro sfalsati per gruppi di lavoratori e la previsione dei giorni da impegnare in modalità telematica e di quelli presso le sedi operative - comunque necessari per l’essenziale scambio in un sistema sociale e lavorativo. Si ridurrebbe, così, l’esigenza di spazi fisici e si ottimizzerebbero i layout dei luoghi di lavoro. Tale programma, da definire con i sindacati, consentirebbe, in alcuni casi, un potenziale recupero di produttività su azioni maggiormente controllabili in termini di output/risultato, spingendo ad una programmazione spesso poco nota nel settore dei servizi. Si creerebbero opportunità di flessibilità negoziata di orari e modalità di lavoro, riducendo al contempo i picchi di traffico e di domanda sui mezzi di trasporto. A tal proposito si potrebbero prevedere facilitazioni e agevolazione per i datori di lavoro che sperimentino nuovi modelli di lavoro, più coerenti con le esigenze ambientali delle città, anche in vista - dopo il periodo estivo -, dell’essenziale ripresa della scuola in presenza.