1)Assunzione del ruolo di Sindaco Metropolitano oltre che di Sindaco di Napoli capoluogo: a legislazione vigente il Sindaco eletto della città di Napoli diviene contestualmente Sindaco della neoistituita città metropolitana di Napoli. Rispetto a tale tema molto c’è da fare sia in termini di adempimenti imposti dalla legge e dallo statuto adottato (piano strategico e suddivisione in aree omogenee) sia in termini di sviluppo territoriale e dunque, segnatamente, nella assunzione di un processo che individui e suddividi le funzioni economiche e sociali nel territorio nella ridefinizione delle rispettive competenze e deleghe tra Regione, Città metropolitane, province, unioni di comuni e comuni stessi (ivi compresa la ridefinizione della legge 16/2004 ed il rapporto con la pianificazione urbanistica). Idee e azioni rispetto a tale tema.
2)Inadeguatezza degli strumenti urbanistici comunali e metropolitani
Il settore delle costruzioni è investito da provvedimenti normativi che
impongono modificazioni generali ed attuative ai programmi di intervento in
chiave di riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana.
Le politiche di governo della città, sia a livello locale che nazionale, si
trovano di fronte ad una serie di problematiche nuove, frutto della
complessità odierna: l’inadeguatezza degli strumenti urbanistici (comunali
e metropolitani), la crisi del mercato immobiliare, la diffusione
dell’invenduto a fronte di un fabbisogno abitativo crescente e delle mutate
esigenze di qualità urbana da parte dei cittadini.
Oggi disegnare la città vuol dire definirne il futuro competitivo, avviando
percorsi di rinnovamento urbano valutando caso per caso la convenienza
degli interventi di demolizione con ricostruzione e di riqualificazione del
patrimonio esistente, attraverso l’utilizzo di pacchetti coordinati di
strumenti e progetti-guida sufficientemente elastici.
I temi sopra citati andranno inquadrati nel contesto di un nuovo PUC,
operando nel senso della riduzione del consumo di suolo, del riutilizzo di
edifici e aree dismesse, contrastando l’emarginazione socio-economica e
superando un degrado fisico, ambientale e sociale attraverso l’avvio di
azioni collettive, in accordo tra tutti i settori pubblici e privati, per
la costruzione di sistemi di governance efficaci, secondo una
pianificazione territoriale moderna e innovativa.
La fattibilità degli interventi di trasformazione urbana non può, però,
prescindere dalla sostenibilità economica dei progetti e di verifica dei
relativi piani finanziari, presupposti necessari per raggiungere gli
obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale.
3)Bagnoli-Coroglio
L’area di Bagnoli-Coroglio potrebbe ancora essere oggetto di modello
virtuoso di intervento di rigenerazione urbana, anche a livello nazionale,
attraverso il Piano di risanamento ambientale e rigenerazione urbana che il
Soggetto attuatore sta redigendo.
Si attuerebbe finalmente un progetto unitario dell’intera area, inserita
nel più ampio contesto urbanistico dell’area occidentale di Napoli,
caratterizzato da novità riguardanti anche attrezzature, zona rossa e
grandi immobili in disuso (ad esempio il Collegio Ciano), auspicabile
palestra nel ragionamento di macro-area della Città Metropolitana.
A tal proposito, occorre dare certezze e serenità di prospettiva agli
investitori, nella speranza di risolvere rapidamente temi ancora caldi
quali quelli della bonifica, della colmata e del porto, attraverso una
sinergia operativa tra Governo, Regione e Comune per una nuova
pianificazione dell’area occidentale che tenga conto delle esigenze
urbanistiche, di quelle della protezione civile e dei cittadini. Con una
metodologia di lavoro condivisa dalle tre Amministrazioni e concertata con
gli altri attori del processo si riuscirebbero, inoltre, ad ottimizzare i
finanziamenti comunitari esistenti.
4)Recupero degli edifici
Focalizzando l’attenzione sul livello edilizio, che pure è elemento
fondante nei processi di riqualificazione urbana, i dati sul patrimonio
edilizio esistente a Napoli e provincia fotografano una preoccupante
situazione di degrado e obsolescenza delle costruzioni, dovuta
principalmente alla vetustà del patrimonio, nonché ad una ormai storica
assenza di strategie efficaci di manutenzione programmata e mitigazione del
rischio sismico.
In termini di consumi energetici del patrimonio edilizio italiano, l’ambito
più interessante è costituito dagli edifici costruiti nel secondo
dopoguerra.
Ne deriva la necessità sempre più impellente di contrastare un degrado
diffuso, in termini di decoro ed efficienza energetica ma ancor prima di
sicurezza degli edifici, pubblici e privati, attraverso lo studio e la
programmazione di interventi replicabili e sostenibili economicamente, che
concorrano al miglioramento della qualità urbana attraverso operazioni di
riqualificazione e rigenerazione dell’ambiente già costruito, riducendo al
minimo il consumo di risorse.
Si propone, pertanto, lo studio di interventi di adeguamento del patrimonio
edilizio esistente in termini di sicurezza e efficientamento, così come
evidenziato anche nei programmi dell’Unione europea. Nel quadro di tali
incentivi, a partire da quelli per l’efficientamento energetico e la
sicurezza, fino ad arrivare all’esonero da alcuni contributi comunali, si
potrebbe valutare la possibilità di offrire ulteriori facilitazioni e
strumenti, avvalendosi del progetto Sirena, con l’obiettivo di diffondere
nel centro storico della città la cultura della manutenzione degli edifici
e del contesto urbano in generale.
La riqualificazione edilizia è anche condizione necessaria per la
valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, opportunità che
presenta numerosi vantaggi per tutti i soggetti coinvolti, quale volano per
la ripresa del settore delle costruzioni, nonché per il raggiungimento di
obiettivi di qualità urbana diffusa, pre-condizioni per qualsiasi scenario
di sviluppo strategico della città.
5)Valorizzazione del patrimonio pubblico
La valorizzazione del patrimonio pubblico sottoutilizzato o non utilizzato
affatto risulta un’operazione ancor più complessa e delicata, da
pianificare e attuare mediante apposite norme e procedure di evidenza
pubblica, nella considerazione che una delle strade per implementare la
qualità urbana, da parte delle amministrazioni, sia proprio la messa in
campo di strategie tese ad eliminare i “buchi neri”, intesi quali complessi
immobiliari abbandonati e privi di una prospettiva di riutilizzo concreta
ed a breve scadenza, attraverso la trasformazione di questi in attrattori.
Condizione necessaria per la pianificazione degli interventi è certamente
una ricognizione del patrimonio disponibile, cui far seguire uno studio dei
limiti e delle opportunità connesse ai processi di valorizzazione
immobiliare (a seconda della destinazione finale degli immobili e della
proprietà pubblica o privata del patrimonio), finalizzato alla redazione di
progetti pilota.
In questo complesso quadro, ora più che mai, appare auspicabile una forma
di “collaborazione” tra le rappresentanze imprenditoriali, le forze sociali
ed economiche e le Pubbliche Amministrazioni, chiamate a scrivere regole e
a programmare il futuro assetto del territorio.
Ad oggi, molteplici risultano le forme di partenariato pubblico/privato
disponibili e in città si registra già qualche esempio positivo, quale
NaplEST, Pompei e la valorizzazione dell’area del Parco Tecnologico e dei
Servizi in prossimità della stazione TAV di Afragola.
Si potrebbero anche approfondire progetti speciali rispetto ai numerosi
immobili dismessi o aree suscettibili di completamento e/o
rifunzionalizzazione (area est, centro storico, periferie…..).
6)Spesa dei fondi Ue in particolare Pon città metro e grandi progetti che interessano Napoli: idee e azioni per quanto riguarda le risorse europee 2014-2020, di cui Napoli è beneficiaria e particolarmente rispetto ai Grandi Progetti cittadini e al Pon metro, che, tra l’altro prevede l’efficientamento energetico, che, oltre agli impatti ambientali, può mettere in moto l’economia delle costruzioni con piccoli e grandi interventi. Questi ultimi, unitamente a quelli di messa in sicurezza, risultano assolutamente essenziali per uno stock patrimoniale assai degradato in termini di epoca di costruzione e di condizioni di mantenimento e dove le abitazioni di classe energetica superiore sono assolutamente inesistenti, diversamente dalle altre aree del centro nord del paese, dove invece sono oggetto di transazioni numerose.
7)Viabilità – Stato di degrado diffuso della rete stradale e mancanza di manutenzione programmata: azioni e programmi rispetto a questo tema contraddistinto da una scarsità dei fondi erogati in assoluto e in confronto ad altre realtà italiane (es. Roma), da un forte squilibrio tra i fondi destinati alla manutenzione ordinaria della rete primaria rispetto a quelli destinati alla rete secondaria, dalla mancanza di una pianificazione della manutenzione, da costi elevati dell’incidentalità stradale che gravano sulla collettività.
8)Politica del Turismo: idee ed azioni rispetto al rilancio turistico di città che detiene un patrimonio così ricco e articolato, fatto di risorse naturali, paesaggistiche, storico-artistiche, che ad oggi registra performance di fruizione turistica inadeguate rispetto a tali potenzialità e richiede una pianificazione puntuale. Da una parte una incisiva politica di governo dei flussi turistici e di erogazione di servizi integrati e connessi. Dall’altra parte investimenti in strutture ricettive e in infrastrutture di supporto (potenziamento aeroportuale, completamento metropolitane, manutenzione stradale, maggiore connessione infrastrutturale). Tutto ciò passa anche per una revisione degli strumenti urbanistici vigenti, che tenga conto di questa vocazione preponderante della città.
9)Periferie – Programma di riqualificazione e integrazione delle aree meno centrali della città che passa per opere di urbanizzazione primarie e secondarie, interventi di valorizzazione cespiti dismessi (sia pubblici che privati) arredo urbano, rifacimento strade, previsione piste ciclabili. Il Programma dovrebbe avvalersi anche dell’attenzione e delle risorse stanziate dal Governo (Piano nazionale Periferie di 500 milioni di Euro).
10) Sicurezza urbana – Rafforzamento del controllo del territorio ad opera della Polizia Municipale e delle Forze dell’ordine ed apposizione sistema di videosorveglianza capillare in tutta la città.
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