"Leggi che ti passa" / La ragazza della palude

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Mentre il Covid-19 continua a limitare le relazioni fisiche e i momenti di incontro e confronto, Nagorà inaugura la nuova rubrica "Leggi che ti passa" per ampliare il dibattito su nuovi temi di attualità, a partire dai libri.

Più che dire che cos’è, è più semplice dire ciò che la “Ragazza della Palude” non è.

Non un thriller, non un giallo, non un fantasy, non un mistery, non un romance, non un poema, non un horror.

La ragazza della Palude, però, è tutto questo e molto di più.

La storia di Kya, questo è il suo nome, è un viaggio; un lungo e faticoso viaggio che si snoda sui binari di una saga in cui amore, violenza, solitudine, emarginazione, pregiudizi, bellezza, sensualità, verità e menzogna, si intrecciano e segnano un’esistenza selvatica vissuta in un luogo senza leggi, se non quelli della natura, e dove il tempo sembra essersi fermato.

A Berkley Cove, minuscolo e decadente insediamento umano per reietti e diseredati, circondato da acquitrini, ruscelli e canneti, nasce e vive Kya chiamata da tutti, con disprezzo, la ragazza della palude.

Abbandonata, senza rimorsi e senza mezzi, dalla famiglia, Kya si adatta a vivere in solitudine in un ambiente fatto di acqua, piante, insetti ed uccelli che, mano a mano, si rivelerà, però, una grande risorsa capace di farla crescere e di proteggerla, insegnandole le leggi della natura e della vita.

Ed è in questa disperata ricerca di sopravvivenza che Kya, rifiutando volutamente qualsiasi contatto con il paese che non l’accetta, si inebria nell’incedere delle maree della palude e che convive e si innalza sui picchi dei richiami degli uccelli con i quali, mutamente, dialoga quale contraltare della sua solitudine.

Ma la sua bellezza non tarda a sbocciare e, pur selvatica e inafferrabile, accende il desiderio dei ragazzi e, al tempo stesso, il sospetto e la prevenzione delle donne del paese.

Kya scopre l’amore, ma non abbandona il suo mondo che contamina con le gioie e i dolori della sua scoperta.

Quando, però, dalle acque torbide della palude emerge il corpo senza vita del suo amante, i sospetti del paese si trasformano in certezze: è lei la colpevole, la ragazza solitaria e dimenticata che parlava solo con la natura e i suoi abitanti.

L’epilogo del suo viaggio è straniante e inaspettato e marca il confine tra la verità e la menzogna, tra il bene e il male.

Il romanzo è l’opera prima di Delia Owens che, a dispetto del suo esordio, non fatica ad elevare la sua eroina sino agli Hamilton di Steinbeck o al Robinson Crusoe di Defoe.

Il Libro, tradotto in 45 paesi, ha venduto in un anno oltre sei milioni di copie e diventerà un film prodotto dalla 20th Century Fox.