Liquidità e lavoro per ripartire in sicurezza

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La grave crisi dovuta alle misure messe in atto per frenare il contagio da Covid-19 ha imposto a tutta la filiera dell’edilizia un pesantissimo stop, che ha portato alla chiusura di quasi il 90% dei cantieri su tutto il territorio. Ora, dopo oltre un mese e tre Protocolli firmati con le istituzioni e le parti sociali, seppure tra mille adempimenti e con un aggravio di costi, siamo pronti a ripartire in sicurezza.

Si tratta di un primo passo decisivo, per ottenere il quale abbiamo dovuto lottare. Ma ripartire si può e si deve, nel rispetto di tutte le misure di sicurezza previste, se vogliamo garantire un futuro non solo al nostro settore, già estremamente provato da una crisi di oltre 10 anni, ma a tutto il Paese.

Due le priorità: liquidità e lavoro

Alla prima è stato dedicato un decreto sul quale abbiamo espresso alcune perplessità, in quanto prevede misure certamente importanti ma comunque di indebitamento. Noi chiediamo invece che siano pagate subito le imprese (ci sono ancora oltre 6 miliardi di debiti delle PA con il nostro settore) e che siano messe in campo risorse a fondo perduto, le uniche in grado di far fronte realmente a questa emergenza e coprire almeno in parte i costi della sospensione dei lavori.

Il secondo, il lavoro, deve essere il vero protagonista del tanto atteso Decreto, previsto ad aprile e ora slittato a fine maggio. Cosa fare è chiaro: bisogna attivare il motore dell’edilizia, da troppi anni tenuto spento con gravi ripercussioni sull’economia e sull’occupazione nazionale. Occorre sbloccare gli investimenti pubblici: tagliando la burocrazia, snellendo le procedure e applicando norme chiare e trasparenti si possono realizzare opere utili in tempi brevi e senza andare in deroga alle regole ordinarie. Il Piano Italia che abbiamo presentato al Governo è la nostra proposta per raggiungere questo obiettivo, rapidamente e in modo trasparente.

Poi bisogna ridare fiducia al mercato della casa. I nuovi bonus possono rappresentare uno strumento significativo per promuovere interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza di interi edifici, pubblici e privati. A patto che il meccanismo non sia troppo complesso e che per accedere agli incentivi i cittadini e le imprese non siano costretti a passare attraverso una 'via crucis' di adempimenti, procedure e autorizzazioni che ne limiterebbero l’impatto positivo e innovativo. Lo stesso vale per tutte le misure che saranno messe in campo in tema di sostegno alle imprese, anche in funzione dei nuovi oneri sostenuti e da sostenere in fase di riapertura dei cantieri, per la messa in sicurezza.

Se vogliamo ripartire occorre eliminare di netto la zavorra burocratica che pesa come un macigno su ogni iniziativa pubblica o privata. Lo abbiamo detto chiaramente al Governo: o si volta pagina o per il settore delle costruzioni, quindi per l’economia intera, sarà davvero troppo tardi.