Lo stadio San Paolo, rigenerare la modernità

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È da alcuni anni che il tema del costruire nel costruito, e cioè di un intervento di modificazione dell’architettura del Novecento, è fortemente dibattuto. Limitando la riflessione agli edifici pubblici o di uso pubblico, le nuove esigenze funzionali ma anche le diverse e spesso complesse richieste normative che nel tempo si sono aggiunte, richiedono interventi di adeguamento che sovente confliggono con i caratteri spaziali, funzionali e architettonici degli edifici originari. Analogamente a quanto avviene per gli interventi di restauro sui manufatti storici, l’intervento su un’architettura preesistente è un progetto di architettura a tutti gli effetti, che dialoga con la preesistenza, sia essa moderna o più lontana nel tempo, ne interpreta i caratteri, produce inevitabilmente una modificazione che, se si vuole, rappresenta in qualche modo un paradigma della contemporaneità. Tuttavia per lo stadio S.Paolo, costruito alla fine degli anni cinquanta su progetto di Carlo Cocchia, l’intervento degli anni novanta di copertura degli spalti e di realizzazione di un terzo anello, ha completamente stravolto il progetto originario. Anche se i progetti iniziali della copertura, una prima versione di Fabrizio Cocchia del 1988, e una seconda versione successiva di Giuseppe Squillante, mantenevano un certo rispetto per quella leggerezza voluta nel progetto originario, prevalsero poi nella realizzazione ben altre scelte, molto più di impatto sull’impianto originario (dai 2 milioni di chili di ferro del progetto Squillante ai circa 8 milioni di chili di ferro effettivamente utilizzati nell’intervento definitivo), oscurandolo definitivamente. Oggi lo stadio appare notevolmente degradato, il terzo anello è stato dichiarato inagibile e da alcuni anni si discute se sia ormai più conveniente abbattere lo stadio attuale e ricostruire un nuovo stadio, magari in altro luogo, o invece recuperare lo stadio esistente. Qui presentiamo e documentiamo alcune proposte di restyling dello stadio attuale, tra le altre che sono state avanzate in questi anni.

Una prima proposta del 2000 è stata presentata dalla SSC Calcio Napoli, ed è un progetto di restyling dello Stadio con un gruppo di lavoro coordinato da Dario Boldoni e formato da Bruno Discepolo, Chapman&Taylor, Arup Group Limited e Open Project srl. Nella proposta si prevede la demolizione dell’attuale copertura in ferro e policarbonato, e con la demolizione delle gradinate inferiori e l’abbassamento della quota del campo attuale, la realizzazione di nuove gradinate per tribune e curve, una nuova copertura e un centro commerciale su tre livelli all’interno dello stadio, per un costo complessivo stimato dell’intervento pari a circa 347 miliardi delle vecchie lire.

Nel 2015 viene presentata da un soggetto privato al Comune di Napoli una proposta progettuale, attraverso una procedura di cosiddetta finanza di progetto, di “ Riqualificazione conservativa e funzionale dell’impianto sportivo con ristrutturazione delle aree limitrofe ” con un gruppo di progettazione coordinato da Giancarlo Scognamiglio (GS A srl). Il progetto prevede la sostituzione dell’attuale copertura in policarbonato e della struttura in acciaio con un nuovo anello piano che copre tutti i posti a sedere in un materiale molto leggero (tetrafluoroetilene), tale da coprire tutti, l’eliminazione dell’attuale terzo anello in acciaio e la realizzazione di un nuovo anello “sky box”, una nuova pista di atletica che migliorerà la visibilità e l’ampliamento e adeguamento di palestre, spogliatoi e servizi nell’area interrata a ridosso del campo da gioco. Sono inoltre previsti interventi nell’area sottostante le gradonate con nuove volumetrie per: attività commerciali, ricettive, culturali e per il tempo libero, un centro sportivo, aree per la ristorazione e spazi per il pubblico, oltre ad un museo della squadra. Si prevede anche un intervento più complessivo di riqualificazione urbana dell’area esterna allo stadio, con la creazione di un parco urbano attrezzato, e di parcheggi interrati, per un costo previsto di circa 100 milioni di euro. Ma fino ad oggi, anche rispetto ad un ulteriore proposta avanzata dalla SSC Calcio Napoli l’anno scorso, non ci sono stati in questi anni, significativi interventi di ammodernamento dello stadio.

Qualche mese fa, il Comune di Napoli ha presentato un intervento che si riferisce ad un finanziamento di 25 milioni concessi dal Credito Sportivo per adeguare l’impianto agli standard normativi richiesti dalla UEFA. I lavori dovrebbero partire tra poco e prevedono circa 17 interventi programmati in più fasi, nel corso di due anni. Non si comprende con chiarezza il senso più generale dell’intervento, il suo carattere architettonico, e come ridefinisce complessivamente lo stadio attuale, riqualificandolo per la sfida delle prossime Universiadi. Oltre a qualche perplessità sulle modalità utilizzate per la fase di progettazione (se nel ’48 per realizzare il nuovo stadio viene bandito un concorso, perché non si può utilizzare oggi lo stesso strumento?), speriamo che non si tratti di un semplice intervento di adeguamento, manutenzione e riparazione di quello che non funziona, ma che ci possa anche essere un pensiero progettuale per un intervento di trasformazione così importante, avendo l’ambizione di realizzare un grande stadio per i cittadini, un’opera di architettura contemporanea che possa rappresentare degnamente la nostra città nelle prossime Universiadi.

Lo stadio San Paolo nel 2000

Lo stadio San Paolo nel 2015

Riqualificazione conservativa e funzionale dell’impianto sportivo con ristrutturazione delle aree limitrofe

L’ipotesi di elaborazione di un progetto complessivo di ristrutturazione dello stadio; nasce dall’improrogabile esigenza di ammodernare l’impianto sportivo per le seguenti ragioni:

  • necessità di adeguamento funzionale e normativa agli standard europei;
  • far fronte alle attuali condizioni fatiscenti delle finiture e degli impianti dello stadio;
  • necessità di riqualificazione delle aree urbane

In sintesi, l’ipotesi di progetto, che prevede la conservazione degli elementi essenziali della struttura originale, sarà articolata in tre macro‐aree di intervento:

  • ‐ interventi nell’area interna dell’arena, consistenti in:
  1. Nuova gradonata in continuità con l’anello superiore, prevedendo, la realizzazione di una nuova pista di atletica destinata agli atleti delle società sportive e non alle competizioni, con un sensibile miglioramento della visibilità;
  2. Sostituzione dell’attuate copertura in policarbonato e della struttura in acciaio con un nuovo anello

piano (membrana in tetrafluoroetilene, tipo Tefzel‐Etfe utilizzata per l’AIIianz Arena), parzialmente

intradossato, prolungato verso la parte centrale in maniera da coprire tutti i posti a sedere;

  1. Eliminazione dell’anello superiore in acciaio e realizzazione di un nuovo anello “sky box” che possa comodamente ospitare circa quindici persone ognuno, servite da ascensori accessibili direttamente dai parcheggi sotterranei.
  2. Ampliamento ed adeguamento spogliatoi, palestre e servizi nell’area interrata a ridosso del campo da

gioco.

  • ‐ Interventi nell’ area sottostante le gradonate, con la realizzazione di nuove volumetrie che potranno contenere:
  1. Complesso multifunzionale con attività commerciali, ricettive, di svago, per il tempo libero, culturali e di

servizio;

  1. Centro sportivo con palestre, piscina, centro benessere:
  2. Aree di ristorazione e servizi per il pubblico degli incontri di calcio, indipendenti e direttamente accessibili dall’arena;
  3. Museo della squadra, shop ufficiale e uffici della Società.
  • ‐ interventi nell’area esterna allo stadio, che prevedono la realizzazione di:
  1. Sistema di parcheggi interrati su due livelli;
  2. Razionalizzazione degli accessi e dei percorsi carrabili e pedonali;

11 . Riqualificazione delle aree circostanti con la realizzazione di un Parco Urbano attrezzato, ad uso pubblico, con percorsi per jogging, piste ciclabili e aree tematiche dedicate a giochi bambini, skate park, pista di pattinaggio, integrato con la mostra d’oltremare.

L’intervento nel suo complesso, costituisce un importante opera di riqualificazione urbana e paesaggistica, che avrà il merito di recuperare uno spazio esistente, oggi sottoutilizzato e destinato inevitabilmente al degrado, con costi di manutenzione altissimi ed enormi difficoltà di gestione. Al contempo si eviterà il consumo di altri suoli liberi per la costruzione di un eventuale nuovo stadio.

La sistemazione esterna, inoltre, restituirà alla città una immensa area pubblica, che costituirà un grande

polmone verde ed un’area di parcheggi e servizi che si integra con il contesto urbano esistente e con gli

interventi in atto (Piazzale Tecchio, Mostra d’Oltremare, ecc.).

Particolare attenzione sarà posta ai temi del rispetto ambientale, della eco‐compatibilità e dell’utilizzo di energie rinnovabili; attraverso un metodo di progettazione e realizzazione innovativo, certificabile secondo il protocollo LEED.

In particolare:

  • In copertura saranno collocati pannelli fotovoltaici in grado di rendere energeticamente autosufficiente

l’intero complesso

  • Un sistema di raccolta e recupero delle acque superficiali che saranno riutilizzate per irrigazione,

lavaggio, servizi igienici, ecc.

  • Idonei sistemi di coibentazione, di ventilazione passiva per il raffrescamento dei volumi interni, al fine di ridurre al minimo l’utilizzo di impianti di aria condizionata.
  • Sarà privilegiato l’utilizzo di lampade a risparmio energetico, LED.

Contratto

Project Financing

Inizio progetto

2015

Luogo

Piazzale Tecchio, Napoli

Committente

Privato

Area coperta

84.30 0 mq

Costi progetto

€ 100.000.000,00

Fase

Preliminary

Architettura e coordinamento

Giancarlo Scognamiglio | GS A srl

Collaboratori: Alessandro Scognamiglio Enrica Globo

David e Mazzella

Paolo Pagliara

Strutture

Ing. Gennaro Portomeo Ing. Filippo Cavuoto