Paolo Macry

La finestra
di Paolo Macry

Ma a chi piacciono le sceneggiate?

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Non bastava scivolare nella zona rossa. A Napoli, come spesso accade, c’è un dippiù che ci perseguita. Un’esagerazione. Una teatralità che si fa persino fatica a stigmatizzare, tanto è disarmante. Un eccesso mediatico che ci porta agli onori della cronaca. Onori assai poco onorevoli, però.

Con ogni evidenza, di fronte alla crisi sanitaria, governo, regioni e sindaci stanno facendo errori, mostrando incertezze, complicando i rapporti tra centro e periferia. Ma nessuno, nè Toti o Zingaretti, nè Fontana o Emiliano, nè Sala o Nardella, ha pensato di denunciare i problemi ricorrendo alla sceneggiata, a uno spettacolino salace da dare in pasto ai tg delle otto. Nessuno fuorchè De Luca e De Magistris. I due si sono quotidianamente insultati e sbeffeggiati per la gioia dei media. E al tempo stesso, all’unisono, hanno insultato e sbeffeggiato il governo, i ministri, i partiti alleati, i partiti avversari, i consulenti: tutti nemici di Napoli, tutti nemici della Campania.

Resta un interrogativo (certo non il solo). La società locale, i mâitres à penser, l’associazionismo, il terzo settore, gli ordini professionali, gli imprenditori, insomma le classi dirigenti non hanno nulla da dire? Non ritengono di dover riportare al decoro prima ancora che alla ragione un dibattito ridotto a operetta? Non credono che, nel pieno di una drammatica congiuntura, sarebbe loro compito pretendere trasparenza, chiedere dati certi e non farlocchi, indagare su quel che non si è fatto, che si è fatto male, che si continua a non fare, che si continua a fare male? Non dovrebbero essere la voce attenta e propositiva di una comunità stressata? I guardiani rigorosi della politica e dell’amministrazione? Non dovrebbero indicare ricette concrete per la resistenza e per la ripresa?

O pensano di cavarsela andando a fare numero fra gli ultrà del governatore o fra gli ultrà del sindaco?

Ma in fondo, se si va al cuore delle cose, la musica è sempre la stessa. Napoli ha incoronato per due volte De Magistris con percentuali trionfali. Ha rieletto pochi mesi fa De Luca con il 67% dei suffragi. Ha umiliato i loro competitori. La grande maggioranza dell’opinione pubblica locale adora le bandane e gli sceriffi. E infatti ha inaugurato con la “rivoluzione arancione” il populismo italiano, ha regalato consensi strabilianti ai grillini del Vaffa, ha scelto come governatore il leader politico più antipartitico in circolazione. Ha perfino premiato il nordista Salvini, quando Salvini ballava al Papeete. Napoli ama il paradosso, lo sberleffo, l’ironia crudele, la gag fulminante, il ghigno, l’eccesso. E ama i capipopolo, i capuzzielli, i guappi.

Si può capire insomma perché, al dunque, la società civile taccia. E si può capire perchè i pessimisti ritengano che la strada per ricostruire un’opinione pubblica critica sarà lunga e faticosa.