Napoli: città dello sport?

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Quando si pensava al Mediterraneo come un luogo di incontro e non di disperata fuga, Napoli ebbe i Giochi del Mediterraneo. Bastò il San Paolo. Ora, per le Universiadi lo stadio di Maradona non basta più.

“Abbiamo bisogno di ben 60 impianti, stadi, piscine, piste, palestre .” Ciro Borriello, assessore comunale allo sport scappa da un sopraluogo all’altro :” Solo a Napoli necessitiamo di almeno altri 6 impianti… e voi sapete in che condizioni siano il San Paolo, il Mario Argento, il Palavesuvio!”. Dal Palazzo della Regione Gianluca Basile, neodirettore generale Universiadi 2019 si associa: “C’è un’ampia scelta di impianti ma molti sono però obsoleti o con scarsa manutenzione …anche quelli dove si svolgono attualmente competizioni nazionali o internazionali …”.

Ecco qua, Napoli si accolla l’impegno organizzativo più ampio di quelli mai affrontati, più arduo di qualunque G7 , Coppa o coppetella che dir voglia, ma Basile e Borriello sono fiduciosi: “E’ vero 10.000 atleti e 20.000 accompagnatori, allenatori, preparatori sono un esercito, ma tra stato e regione ci mettiamo 270 milioni (500 miliardi di una volta), gliela faremo”.

Certo, i nomi che circolano ora sono quelli della politica, De Magistris, De Luca, Fortini, Borriello, Pasquino, Basile. Poi verranno quelli degli architetti, ingegneri, costruttori, tecnici, elettronici. Infine sarà quello degli atleti. E quello sarà il momento della verifica: se sarà positiva non si potrà più dire solo ‘Napoli’, ma anche Caserta, Salerno eccetera.

Probabilmente Enzo De Luca ci mise il pensiero quando l’anno passato vide le bellurie dell’Expo Milanese assediate da centinaia di migliaia di visitatori.

Qui si tratta di sport che conducono ai primati, nuoto, atletica leggera, pugilato, vela, canottaggio, scherma, automobilismo, karate eccetera. Giovani di 170 diversi paesi che a Napoli vengono a cercare la conferma del loro impegno nell’inseguire primati cresciuti all’ombra della ricchezza o della miseria, della democrazia o della dittatura nel lungo cammino verso la libertà. Ma c’è anche Napoli lontana da Maradona. Allora gli stadi, le piscine, le palestre, le piste – in tartan o di velluto – si troveranno, si restaureranno, si ripareranno.

Ci vorrà un esercito di architetti, ingegneri, costruttori, tecnici, elettronici. Il mondo professionale sa benissimo che da questa prova deve trarre risultati pari a quelli che a Milano hanno fruttato benemerenze scientifiche, costruttive, organizzative , in qualche caso politiche, nonché qualche fastidio giudiziario.

L’Italia ci tiene a queste Universiadi, considerata l’attenzione del Governo. Siamo il paese che ne ha ospitate di più, quattro . E ancora brucia, oggi, a pochi giorni dal gran rifiuto di Roma alle Olimpiadi, il ricordo di quando la capitale venne costretta a rinunciare alle Universiadi perché gli impianti non erano pronti.

“Una grande impresa” Dice Raimondo Pasquino.

“Al San Paolo poi stiamo già pensando noi” cita Borriello, con riferimento al fin troppo noto, sofferto e concesso prestito CONI. E se fosse lecito al cronista aggiungere qualcosa, perché non piazzare qualche utilissimo ascensore per tribune e distinti ? Non tutti gli amanti dello sport hanno un fisico da sportivo, anzi…. Di fronte a tutto questo costruire, rifare, riparare, restaurare, è legittimo chiedersi perché mai gli impianti di una regione ad alto potenziale sportivo siano in queste condizioni. “Affidateli ai privati” suggerisce da Caserta l’architetto Valerio Piscitelli, nell’ottica che l’occhio del padrone… “Lo sport è un impegno sociale, quindi pubblico” gli rispondono i più.

Nel frattempo c’è che bisogna fare e fare in fretta, perché l’Universiade si svolgerà da luglio ad agosto 2019. Non è vero! Leggete lo scritto piccolo in fondo al contratto! Gli impianti debbono essere perfetti e funzionanti quasi un anno prima, nel 2018! Perché debbono essere utilizzati per i Campionati Nazionali Universitari!

I nostalgici, leggi Circoli nautici et similia, ancora sognano l’accoglienza tributata a tre teste coronate che insieme con appena duemila altri VIP parteciparono al ballo dei velisti per le Olimpiadi del ’60. Allora bastò un Palazzo, quello dei Serra di Cassano, ma oggi ditemi come cavolo farete a farla muovere, mangiare, bere, divertirsi (perché no?), questa massa giovane, atletica, esuberante e strabenvenuta scaturita da tutto il mondo . Decine di migliaia di nuovi cittadini per trasportatori, metro, taxi, caffé, ristoranti. Anche ospedali … fate pure gli scongiuri ma distorsioni, slogature, eccetera non mancano mai. E dove dormiranno?

Se chiamassi l’architetto Mazziotti mi ricorderebbe che per l’inaugurazione della Mostra d’Oltremare Mussolini costruì l’Albergo delle Masse (1000 posti letto), distrutto poi dai bombardamenti.

L’invasione più larga e lunga della sua storia alberghiera, Napoli la subì però né per Coppe né per coppetelle, ma per l’ Anno Santo 1950. Allora i treni partivano da Mergellina e dalla Stazione Marittima, le camere d’albergo erano un quarto di quelle di oggi, ma in un oscuro ufficio al pianterreno di Palazzo Reale, un altrettanto oscuro funzionario di nome Mario Sòdero, trasformò ogni casa in ‘affittacamere’ (quali nobili e partenopee origini per i B/B). Ed elevò decine di modesti alberghetti a totalmente immeritati ranghi superiori.

“Li faremo dormire su due navi ancorate in porto” dice oggi Gianluca Basile. Soluzione abbastanza in linea con tempi leggeri e moderni di una città che potrebbe consolidare il suo attuale e speriamo non volatile primato turistico.

Certo si corre il rischio che pochi ladruncoli o pochi faccendieri confusi con gente proba e onesta, possano sporcare lo sforzo di una città continuamente all’inseguimento del riscatto. Tocca quindi alle istituzioni misurarsi con qualcosa che perdemmo una mattina di marzo 1944. Quando il fumo del Vesuvio, simbolo dell’esplosiva inventiva meridionale, si trasformò nella nube minacciosa e scolorita delle sue ceneri.

E la gente? Ditele che Napoli sta lanciando una sfida, Non ci sono solo quelle con la Juventus. Ditele che lo sport più praticato nelle nazioni più evolute è l’accoglienza…

Il Villaggio Olimpico, il cuore di questa unica e ripetibile manifestazione, sarà l’antica sede del Comando NATO a Bagnoli. Un bel modo di rivitalizzare un luogo così singolare, dove i napoletani impararono il bingo (ma non c’era già la tombola?) , dove cantarono i Platters e dove un certo Presidente Nixon nel pieno del suo potere disse al microfono di un radiocronista (tuttora vivente): “Turisti americani, visitate Napoli, il Golfo più bello del mondo!”