Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Nemo propheta in patria

di

Vincerà chi vincerà, ma di certo non sarà Mario Draghi, colui che aveva organizzato una mastodontica campagna vaccinale, che aveva costruito un’ambiziosa strategia di riforme e sviluppo (Pnrr), che aveva osato mettere in forse le insensate e costosissime politiche dei populisti (Rdc, Superbonus, pensioni), che era diventato l’anima dell’appoggio europeo alla resistenza ucraina.

E non vincerà, Draghi, non solo perché non si è presentato alle elezioni. Non vincerà perché un vastissimo arco parlamentare, dopo essere stato costretto a dargli la fiducia nel febbraio 2021, in seguito ha fatto di tutto per affossarlo. Prima gli è stato negato il Quirinale, dicendo che era indispensabile restasse al governo. Poi è stato messo in crisi come governo, perchè Conte e Salvini dovevano recuperare un pò di voti facendo l’opposizione. Nel frattempo, per tutti quei diciannove mesi di governo, gli stessi partiti della maggioranza non hanno mai smesso di mettergli i bastoni tra le ruote per i propri interessi di bottega.

Ora la parola torna al popolo. Governerà chi ne avrà i suffragi. Giusto così. Ma intanto le opinioni pubbliche e le diplomazie del mondo intero (magari rallegrandosene) continuano a non capire come sia possibile che l’Italia abbia gettato al vento un’esperienza così efficace, rigorosa, autorevole. Così poco italiana.