Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Non strattonate il 25 aprile, per favore

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Sembra che il 25 aprile sia l’unico giorno dell’anno capace di far scivolare le destre sulla classica buccia di banana. E l’unico giorno dell’anno capace di unificare le sinistre, restituendo loro la voglia di scendere in piazza tutte assieme a cantare Bella ciao. Paradossi amari della politica, per chi soltanto ricordi il significato di quella data, il giorno nel quale l’Italia celebrò la sconfitta di un regime dittatoriale, la cacciata dei tedeschi e la fine della guerra. Cioè la vittoria degli Alleati e dei partigiani che li avevano aiutati nella battaglia.

Il paradosso è che nessuno, naturalmente, anche a destra, si sogna di rimpiangere la dittatura. E nessuno, anche a sinistra, crede davvero che Giorgia Meloni (una giovane donna nata trent’anni dopo la fine di Salò) covi idee o addirittura progetti neofascisti.

Ma intanto il 25 aprile viene utilizzato a sinistra per fare l’esame del Dna agli avversari politici, cercando di metterli in imbarazzo, e viene utilizzato a destra per esprimere, con qualche affermazione maldestra, l’antico rancore di chi per decenni, non avendo ancora riconosciuto il valore dell’antifascismo, venne espulso dall’”arco costituzionale”.

Piccolezze politiche che, da una parte e dall’altra, mortificano una magnifica ricorrenza.