Pon città metropolitane

L’approssimarsi delle elezioni comunali a Napoli dovrebbe far affiorare nel dibattito politico i grandi temi legati al riassetto istituzionale e funzionale della città, al suo sviluppo economico ed al possibile riposizionamento sullo scacchiere europeo e globale delle maggiori aree metropolitane. Ad oggi tali tematiche appaiono del tutto assenti mentre cresce la polemica sull’età, il gruppo di appartenenza e le alleanze dei singoli candidati, il tutto in una visione localistica che privilegia lo scontro tra le “tifoserie” personali dei pretendenti alla carica di primo cittadino. E’ questo il caso della delicata materia inerente alla costruenda area metropolitana che dal primo gennaio 2015 ha formalmente sostituito la vecchia provincia di Napoli. Al momento è un “cantiere aperto” alimentato soprattutto (direi in maniera quasi esclusiva) da tecnici, professionisti ed accademici impegnati a disegnare le “aree omogenee” previste dalla Legge Delrio e dallo Statuto dell’Area Metropolitana di Napoli (approvato a giugno del 2015) che insieme alla scomposizione in nuove partimentazioni territoriali del capoluogo rappresentano le condizioni per poter procedere all’elezione diretta del Sindaco Metropolitano. Tale interesse della comunità “civile” e scientifica è riprovata dalla numerosità dei convegni che si susseguono in città con una scarsissima partecipazione della classe politica locale. L’Omen nasce in questo contesto con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un “pensiero metropolitano” condiviso ed in grado di indirizzare scelte che potranno incidere profondamente sul futuro della città e della sua complessa conurbazione.

Il ruolo strategico dell’Area Metropolitana si ritrova nell’ambizioso obiettivo dell’Unione Europea di portare entro il 2020 il peso del settore manifatturiero intorno al 20% del proprio PIL rispetto al 15,6% del 2011. E se si pensa che il 67% del PIL europeo è prodotto nelle aree metropolitane si comprende perché l’Unione prevede di investire il 50% del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) nelle aree urbane. Parliamo di circa 90 miliardi di Euro a disposizione delle Città Metropolitane le quali hanno nella loro missione il compito di promuovere lo sviluppo socio-economico del proprio territorio e di rilanciare la competitività dei singoli sistemi locali. Da qui la urgenza di disegnare le “aree omogenee” all’interno dell’area metropolitana napoletana rispettando anche il dettato dell’art.1 comma 1 dello Statuto che definisce l’Area Metropolitana di Napoli come “un Ente di area vasta espressione della comunità metropolitana”, il che significa che non siamo solo di fronte ad una espressione amministrativa-formale ma anche ad una espressione geo-economica funzionale. Il che impone una delimitazione basata non solo su parametri economici e statistici facilmente quantificabili ma anche su indicatori caratterizzanti la storia e la cultura locale, il senso di appartenenza, e tutte quelle caratteristiche comportamentali e relazionali che concorrono a formare una comunità economico-sociale omogenea. La definizione di un “pensiero condiviso” passa allora attraverso la partecipazione non solo di esperienze e sensibilità politiche e scientifiche ma anche delle comunità locali, delle loro sensibilità. Il tutto per cogliere l’opportunità offerta dalla Comunità Europea e per assicurare il successo ad un cambiamento epocale sul piano della programmazione dello sviluppo economico e sociale della grande area metropolitana di Napoli.

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