Sopravvivere al Covid-19 / Che autunno sarà?

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Prima è arrivata l’estate. Le crociere, i turisti, i viaggi, il mare, la montagna. La meritata aria dopo una primavera di reclusione. Il virus c’è, ma non si vede più.

A settembre scuole, uffici, industrie e attività di ristorazione, cultura e svago riaprono – neanche tutte – per poi chiudere i battenti da un giorno all’altro, ostaggio di contagi, curve pandemiche e ordinanze dejavù. Il report Eurostat Regional Yearbook 2020 posiziona la Campania e la Calabria ai primi due posti nella classifica europea sulle regioni a rischio povertà, che assieme agli elevati tassi di disoccupazione e gender gap restituiscono una fotografia più che preoccupante del Mezzogiorno d’Italia.

La preoccupazione torna il sentimento più diffuso: difficoltà economiche, figli, futuro. La certezza: il fallimento di aziende e settori, l’aumento della povertà e del divario ricchi e poveri, l'insostenibilità del debito pubblico, la negazione del tempo libero e dello svago, il trasporto pubblico a rischio, le norme restrittive su spazi pubblici e socialità.

Nel maggio scorso circa 700 tra professionisti psicologi, psicoterapeuti e psichiatri sottoscrivevano un comunicato relativo ai danni psicologici conseguenti al lockdown e alla sua gestione, ai pericoli di una comunicazione contraddittoria e fondata sulla paura, alla preoccupazione sulle conseguenze di una ripresa non sistemicamente ragionata.

Oggi il disagio sociale dilaga, lo stato di emergenza permane, lo spettro del lockdown si riaffaccia, le contraddizioni della globalizzazione, dell’Unione europea e dei governi nazionali restano evidenti, il piano europeo da 750 miliardi di euro è pronto sulla carta.

E allora che autunno sarà?