Paolo Macry

La finestra
di Paolo Macry

Tovarich Di Maio

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Non si prenda per il culo l’Italia, aveva urlato Luigi Di Maio ai vertici di Whirpool. In spregio alla verità, oltre che all’educazione, visto che (si è poi saputo) da mesi l’azienda l’aveva avvisato della chiusura.

Ma, al di là delle menzogne e del dilettantismo, il problema vero è che il M5s costituisce la versione populista-infantile di una lunga tradizione italiana di ostilità al mercato, di anticapitalismo, di retorica “antipadronale”.

Da tempo il ministro dello Sviluppo -osserva Dario Di Vico sul Corriere della Sera- sta facendo una guerra feroce alle grandi imprese, Foodora, Whirpool, ArcelorMittal, Atlantia, ecc. Facendole crollare in Borsa, mettendone a rischio gli investimenti già programmati, spingendole ad andarsene.

Una follia che a Di Maio serve per lisciare il pelo dei suoi elettori meridionali, ma che al Mezzogiorno tutto costerà lacrime e sangue: deindustrializzazione, disoccupazione, emigrazione.