Un dibattito pubblico per infrastrutture utili e condivise

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Il dibattito pubblico è una vera novità culturale nel processo di decisione e progettazione delle opere pubbliche in Italia . Può essere definito come un processo di informazione, partecipazione e confronto pubblico sull’opportunità, le finalità e le soluzioni progettuali di opere, progetti o interventi pubblici di rilevante interesse nazionale.

L’obiettivo del dibattito pubblico è di migliorare la qualità della progettazione e l’efficacia delle decisioni pubbliche mediante la più ampia partecipazione dei cittadini, dei portatori di interessi e delle amministrazioni interessate dalla realizzazione di un’opera . Le esperienze di altri Paesi (vedi Débat Public in Francia o il Code of Practice on Consultation in Gran Bretagna) dimostrano che un’opera (ma anche un Piano o un Progetto) per la quale si realizza un ampio consenso pubblico ha in genere una maggiore probabilità di essere realizzata. Uno dei motivi del fallimento dei ritardi di molti progetti in Italia è che non sono condivisi con i portatori di interesse coinvolti fin dalle prime fasi.

Queste considerazione sono alla base della nuova stagione di pianificazione e progettazione delle infrastrutture di trasporti avviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Ministro Delrio. Infatti nelle scelte strategiche di politica dei trasporti definite nel documento Connettere l’Italia (allegati al Documento di Economia e Finanza, 2016 e 2017) è esplicitato che le infrastrutture di trasporto devono essere utili, snelle e condivise. Coerentemente, una delle principali novità rilevanti del Nuovo Codice degli Appalti (dlgs. n° 50, 2016 e successive integrazioni contenute nel decreto legislativo n°56 del 2017), è l’articolo 22 “Trasparenza nella partecipazione di portatori di interessi e dibattito pubblico”.

È in fase conclusiva l’elaborazione del DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che stabilisce per quali opere il dibattito pubblico è obbligatorio, oltre a stabilire che esso si dovrà svolgere nella fase inziale della progettazione, in relazione ai contenuti del Documento di fattibilità (altra importante novità del Nuovo Codice degli Appalti) delle alternative progettuali quando, quindi si è ancora nelle condizioni di poter modificare le scelte.

È inoltre stabilito che le fasi di consultazione devono concludersi entro quattro mesi, prorogabili di ulteriori due mesi in caso di comprovata necessità . È importante che partecipino le amministrazioni locali, per questo il decreto prevede che la fasi di progettazione, organizzazione e gestione del dibattito pubblico siano seguite da un comitato di monitoraggio formato dalle amministrazioni direttamente interessate dalla realizzazione degli interventi. Per la fase iniziale di rodaggio del decreto, si è ritenuto opportuno istituire una commissione nazionale per il dibattito pubblico che avrà il compito di monitorare l’andamento dei dibattiti pubblici e sulla base delle esperienze maturate, proporre linee di indirizzo e correttivi per il miglioramento della procedura.