Un grande progetto per incentivare l'investimento privato

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La rigenerazione urbana è una strategia complessa a molti attori che opera su una molteplicità di valori, non solo economici. Rigenerare la città significa creare uno sviluppo capace di autoalimentarsi, con forti collegamenti alle comunità, ai contesti territoriali e urbani, con cura per le risorse ecologiche (acqua, suoli, biodiversità) ed il metabolismo urbano (energia, mobilità, scarti, cibo, etc.).

La sostenibilità ambientale coincide con quella sociale: rigenerare vuol dire pensare un’urbanistica attenta alle persone e al loro futuro, ai loro modi di vivere, di abitare, di attraversare il territorio.

Sviluppo non è più solo espansione edilizia, in un ambiente in crisi per il superamento dei suoi limiti ecologici: è riciclo dei tessuti urbani in declino, senza consumo di suolo, valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche; è disegno dello spazio aperto pubblico, di parchi e aree verdi, di infrastrutture dolci; è recupero della città storica e consolidata, nonché creazione di un nuovo welfare materiale aperto e innovativo, per una nuova qualità dell’abitare.

Disaccoppiare sviluppo da espansione è un principio guida per pensare la crescita come azione compatibile con i valori della società, dell’economia e degli ecosistemi: come principio cioè, di un’urbanistica del futuro.

Questa visione dovrebbe mobilitare le forze economiche, imprenditoriali e produttive, le competenze tecniche e professionali, il mondo della ricerca e dell’università, per produrre innovazione e creatività agendo su energia, mobilità sostenibile, waste management, bonifiche e agricoltura, riqualificazione insediativa, nuovi spazi aperti pubblici in una logica produttiva di economia circolare, con riferimento ai settori green .

Questa prospettiva non può essere solo a carico della finanza pubblica e il suo volano deve essere un grande progetto pubblico volto a incentivare l’investimento privato sulla città, che coinvolga il patrimonio immobiliare obsoleto, facendo leva sul mercato e mettendo al centro l’interesse collettivo in un’innovativa idea di città. Si tratta di un equilibrio possibile che richiede competenze e responsabilità da parte della pubblica amministrazione, consapevolezza nel regolare la collaborazione pubblico-privato, conoscenza del patrimonio immobiliare pubblico e capacità di saperlo trasformare in una lungimirante visione di futuro.

E’ necessario “rigenerare” un progetto di città e di territorio per il Mezzogiorno d’Italia, in particolare per Napoli e per la sua città metropolitana: un progetto multiscalare e multisettoriale capace di integrare paesaggio, produzione, infrastrutture, insediamenti e ambiente, attraverso un forte approccio strategico incardinato su una governance multilivello alla scala regionale e metropolitana.

Questa è la sfida che abbiamo davanti per aprire un vero cantiere di futuro: ben venga l’illuminata disponibilità dell’Agenzia del Demanio manifestata dal dott. Roberto Reggi a lavorare in questa direzione; tuttavia, se non sarà sorretta dalla consapevolezza delle nostre Amministrazioni Pubbliche locali che è necessario il rinnovamento dell’urbanistica e della pianificazione del territorio, è una disponibilità che non ci porta lontano.