Un Locus senza Genius

di

L’Area Flegrea è un Locus senza Genius, è la scena di un delitto all’umanità.

È un insieme inedito di beni paesaggistici, culturali, produttivi, con radici millenarie; un ambiente geofisico di natura vulcanica, anch’esso unico al mondo. Una risorsa territoriale che non produce ricchezza né benessere sociale commisurato al suo valore.

Sul piano amministrativo è ridotta a brandelli; pezzi di territorio in cui ciascun titolare, sebbene pubblico, esercita il suo potere in modo separato, talvolta con logiche “padronali”, in clamoroso contrasto con i princìpi di unitarietà dello Stato e di cura del Bene Comune. Manca il Genius.

Non ha funzionato -e non funziona- l’integrazione tra pianificazione e programmazione. Pur essendo oggetto di approfonditi studi e di avanzate elaborazioni urbanistiche, il territorio è aggredito da usi emergenziali, privi di disegno e significato strategico. A confermarlo è la recente decisione di allocare 2.500 casette nella Mostra d’Oltremare per ospitare gli atleti dell’Universiade. Per 15 giorni!

Il degrado è causato anche dallo sviluppo incontrollato di attività informali che accrescono la congestione e la vulnerabilità del territorio a fenomeni malavitosi (si pensi, ad es., all’“indotto” della movida).

Concordo con Michelangelo Russo. Il metodo seguito per l’area ex Nato può essere l’approccio con cui accompagnare l’Area Flegrea verso la zona omogenea della costituenda (quando?) Città Metropolitana. Sarebbe questo il modo più naturale ed efficace per superare la frammentazione amministrativa.

Il buon uso dell’area ex Nato, oltre a corrispondere a bisogni delle comunità residenti, può contribuire a promuovere il territorio nelle reti globali, se ospiterà funzioni di alta qualità e valenze identificative delle vocazioni del Locus. Serve tuttavia il Genius, cioè una buona strategia operativa di attuazione del PUA. L’aver dirottato risorse che potevano avviare la riqualificazione del complesso non è stato un buon inizio.

Di questo sarebbe utile discutere.