Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Usare la guerra per raccogliere voti

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L’atteggiamento dei maggiori partiti di fronte alla guerra promette di avere serie conseguenze sul quadro politico. Non per caso, malgrado in via libera del Parlamento, soltanto Pd e FdI appaiono allineati alle scelte del governo Draghi: atlantismo, sanzioni, armi. Mentre sono forti e crescenti le riserve del M5s e della Lega.

Il fatto è che Conte e Salvini cercano di recuperare i consensi persi negli ultimi anni rivolgendosi al popolo del pacifismo. Il quale è numeroso, di sinistra e di destra, antiamericano, nostalgico del terzomondismo antimperialista e delle “glorie” sovietiche. E, al tempo stesso, si mischia con lo scontento sociale, con la crisi economica, con le ferite della pandemia. Un calderone meticcio, facilmente manipolabile in chiave populista.

Conviene perciò chiedersi quanti saranno gli elettori sedotti dalle intemerate di Conte contro “le armi offensive” e “il bellicismo americano”. Quanti si faranno convincere da Salvini che la libertà ucraina è troppo costosa per le tasche degli italiani. Quanti, a sinistra, decideranno di punire l’atlantismo di Letta. Quanti, a destra, non perdoneranno a Giorgia Meloni la sua lealtà “repubblicana”.

Politica interna e politica estera sono legittimamente intrecciate, ma il populismo e la demagogia rischiano di danneggiare gravemente l’una e l’altra.