Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Viva la pappa col pomodoro

di

C’è un grande agitarsi del discorso pubblico, dei commentatori, dei media.

Ma non attorno alla messa in sicurezza del territorio (che la natura matrigna ha sconvolto oggi nella bella Romagna e domani chissà dove).

Non attorno alla ricostruzione della sanità di base (la cui debolezza abbiamo drammaticamente sperimentato appena due anni fa).

Non attorno al Pnrr (a proposito del quale, trattandosi di prestiti una tantum, qualcuno dovrà pur dirci con quali risorse ordinarie gestiremo quel che verrà fatto, se mai verrà fatto).

Non attorno all’autonomia differenziata (vissuta a Sud come l’ultima tappa della rapina del Nord, mentre forse bisognerebbe ridiscutere il Titolo V, magari ripensando i poteri regionali in un’ottica - so di dirla grossa - neocentralista).

No, questa è fuffa, il dibattito pubblico infuria su ben altro, sulla libertà o meno della ministra Roccella di presentare un libro, sulle “dolorose” dimissioni dell’ondivago Ricardo Franco Levi, sull’impossibilità di Lucia Annunziata e Fabio Fazio di restare in “questa” Rai, sull’eventualità che Amadeus non sia più il conduttore del Festival di Sanremo.

Temi, questi sì, di stringente attualità.