Premi In/Arch Campania 2020: un bilancio

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L’assegnazione dei Premi In/Arch Campania 2020 è stata l’occasione per effettuare un bilancio dello stato dell’architettura sul territorio regionale che, nonostante le difficoltà perduranti, ha dato confortanti segni di vivacità

Una vivacità che si oppone alla crisi grazie ad alcune conferme: la presenza dei promotori pubblici, la sensibilità di committenti illuminati e l’impegno appassionato dei progettisti. Un altro segno di vitalità è il carattere eterogeneo delle opere candidate. Eterogeneità che si esprime nell’uso di tecnologie, componenti e linguaggi innovativi ed in interventi di rigenerazione urbana dove il rapporto tra antico e nuovo viene modulato con particolare sensibilità.

Il Centro Commerciale Le Cotoniere, a Salerno, dello Studio ELT, ha ottenuto il Premio come miglior intervento di nuova costruzione per un importo superiore a € 5.000.000. Un’architettura eterodossa che partendo da un’analisi approfondita del sito e non perdendo i fili con il contesto circostante giunge, tuttavia, ad esiti di singolare autonomia espressiva raggiungendo un vertice negli interni ricchi di articolazioni spaziali. 

La struttura di accesso all’Ospedale del Mare dello studio IaN+, che ha ottenuto la menzione nella stessa categoria, è un nitido segno che si staglia contro lo sfondo della degradata periferia napoletana affermando due tratti caratteristici della modernità: trasparenza e valori spaziali. 

Sempre nell’ambito degli interventi di nuova costruzione, ma per un importo lavori al di sotto della soglia di € 5.000.000, alcune opere altrettanto significative. Il premio è andato a Guendalina Salimei che, nell’Ampliamento del Cimitero di Pianura, primo stralcio di un intervento più ampio, ha introdotto coraggiosamente, in un tema così ricco d’implicazioni e fortemente ipotecato dalla tradizione, l’elemento della leggerezza e della trasparenza grazie ad involucro metallico che ricerca, con il suo carattere segnaletico una diversa relazione con la vita del territorio circostante. 

Una menzione è stata ottenuta dallo studio romano King & Roselli, di Jeremy King e Riccardo Roselli che, per la famiglia Lamanna, hanno realizzato una clinica odontoiatrica a Sala Consilina. Gli autori hanno costruito un vero e proprio frammento urbano prendendo le distanze dal disordinato contesto circostante grazie ad una laconica eleganza e ad una sperimentazione linguistica che prosegue oltre la soglia verso interni preziosi e ricchi di efficaci dispositivi spaziali. Un’opera singolare per gli esiti di una ricerca linguistica di singolare qualità che gli autori propongono ad una committenza sensibile ed illuminata. 

L’altra menzione è andata allo studio Iodice Architetti che, nei Sentieri di Natura a Frasso Telesino, pur nell’evidente desiderio di dialogo coi luoghi, realizzano un intervento che per calibro delle forme, cadenze, scelte dei materiali si fonde organicamente con lo scenario naturale ma, al tempo stesso, afferma i valori autonomi di una calcolata forma architettonica.

Sul fronte del rapporto con l’esistente spicca l’intervento del Borgo biologico a Cairano di Angelo e Benedetta Verderosa, a cui è stato assegnato il premio per la rigenerazione urbana. Nel piccolo borgo medievale dell’Alta Irpinia, un paziente progetto di recupero architettonico e urbano che, per anastilosi, rimette insieme i pezzi del paese originario, ricostruendo e reinterpretando storia e memoria dei luoghi. Un intervento significativo per la ricerca minuta ed attenta che si propone come indicazione di metodo per il recupero delle aree interne: memoria del passato e prefigurazione del futuro. 

La menzione è andata a Insula Architettura e Ingegneria che ha realizzato, nell’ambito del PUA per l’area Chiurazzi e Visconti della Variante generale al PRG di Napoli, un intervento che si distingue per l’ordine organizzativo delle parti scandite da una rigorosa geometria d’impianto. L’opera s’impone per il linguaggio dominato dalla chiarezza compositiva e da rapporti spaziali e cromatici che affermano un ordine nello sfilacciato contesto circostante.

Il premio per la riqualificazione edilizia è stato assegnato a Giuseppe Mascolo e Filomena Fusco che, con l’azienda agricola Carmasciando, hanno realizzato un’opera essenziale che poco concede a narcisismi autoriali privilegiando una composizione equilibrata ed essenziale che bene si colloca sullo sfondo delle colline e dei boschi dell’Irpinia. 

La menzione è stata attribuita a Raffaele Iandolo per il lavoro su Casa Caporaso Pironti a Benevento. Iandolo si muove agilmente tra il passato settecentesco del manufatto - da cui trae spunti - ed efficaci innesti moderni realizzando uno spazio ricco di suggestioni.

Un’attenzione a parte merita la categoria  dei giovani progettisti che oggi vive una condizione inedita. Una diversa organizzazione della professione che sminuisce la dimensione collettiva del lavoro e mortifica la formazione umanistica dell’architetto ed il suo ruolo di coordinatore del processo progettuale per trascinarlo su un terreno che meno gli è proprio tradizionalmente.

Il premio assegnato a Nicola Liguori per Interno CF_17 a Napoli, esalta l’essenzialità del disegno e il rapporto tra la scala dell’insieme e quella del dettaglio che intrecciano un dialogo serrato, equilibrato ed armonioso. 

La menzione attribuita a ATP5 Architettura, per d’2 store, valorizza una soluzione che evita le scelte riservate per convenzione alla tipologia commerciale per un intervento ricco di spunti che non mancano di un sorprendente tono ironico. 

Il premio speciale Listone Giordano è stato assegnato alla ristrutturazione di un edificio risalente al tardo ottocento da parte dell'architetto Paolo Basco per il suo utilizzo "sartoriale" di un materiale naturale come il legno all'interno di un progetto caratterizzato da numerose soluzioni disegnate su misura e realizzate artigianalmente.

Il direttore di Repubblica Napoli, Ottavio Ragone, ha ottenuto il Premio Bruno Zevi alla diffusione della critica architettonica, mentre Massimo Pica Ciamarra, decano dei progettisti napoletani, è stato insignito di un premio alla carriera che, più che un riconoscimento, è un incoraggiamento a proseguire la sua pluridecennale attività di sperimentazione verso nuove strade e prospettive. Con il premio a Fabrizio Carola si è voluto ricordare un architetto poliedrico che ha appreso dall’Africa tecniche costruttive che ha fatto sue per riproporle in articolate configurazioni spaziali che si richiamano alla struttura del villaggio.

Un bilancio positivo per la sorprendente partecipazione e per la qualità delle candidature sottoposte che, nell’attuale momento, deve sollecitare verso il pieno recupero dell’architettura come arte civile al servizio del progresso della comunità.