Carlo De Luca

Controvento
di Carlo De Luca, presidente InArch Campania

Condono edilizio

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Dicesi condono edilizio quella procedura, ampiamente diffusa nel nostro paese, che consente ai cittadini di regolarizzare gli abusi edilizi estinguendo anche i reati penali ad esso connessi. Ben tre condoni, dal 1985 al 2003, hanno ratificato che era possibile sanare manufatti abusivi realizzati in spregio a qualunque norma urbanistica ma, soprattutto, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio. Un fenomeno che ha registrato recentemente una preoccupante recrudescenza. L’ultimo rapporto BES (benessere equo e sostenibile) dell’Istat fotografa un paese dove, tra il 2005 e il 2015, è aumentato sensibilmente l’abusivismo edilizio che è arrivato mediamente al 20% con punte, ahimè della Campania, dove si raggiunge addirittura una percentuale di oltre il 50%, cioè un edificio su due è abusivo, con circa 70.000 edifici da abbattere solo nella nostra regione. 

Praticamente una piccola città. Con una situazione che per molti comuni è diventata sostanzialmente ingovernabile. Uno scenario estremamente critico e complicato, nel quale irrompe improvvisamente il Governo del cambiamento che, nonostante l’enfasi elettorale contro ogni tipo di condono, infila surrettiziamente nel cosiddetto Decreto Urgenze, quello per Genova, l’ormai famigerato art. 25 che definisce precisamente le procedure di condono per i comuni di Ischia colpiti dal terremoto del 21 agosto del 2017. 

Ma fa anche di più e peggio. Nell’ammettere all’esame pratiche di condono non più ammissibili, rimanda addirittura alle disposizioni del condono del 1985, estremamente più permissivo, definendo una cosiddetta saldatura procedimentale tra i tre condoni, una sorta di salto mortale triplo, è proprio il caso di dire. Il resto è storia delle ultime ore. Nonostante qualche crepa di coscienza si sia aperta tra le stesse fila dei senatori cinquestelle, il decreto è stato approvato anche in Senato ed è ormai diventato legge, nonostante le proteste dell’opposizione e di molta parte dell’opinione pubblica. Si è affermato che questo non è un condono, ma un modo per aiutare cittadini in difficoltà. Chi ha proclamato l’onestà-ta-ta fino allo spasimo, dovrebbe invece avere il coraggio di ammettere con chiarezza quello che tutti hanno compreso, chiamando le cose con il loro nome. Con onestà.