Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Destra, un passo avanti e due indietro

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Il caso Concia rivela due problemi. Il primo ce l’ha la destra di governo. Il secondo, assai più grave, ce l’ha la scuola italiana.

Che desti scandalo la scelta del ministro Valditara di affidare a Paola Concia un progetto per il contrasto alla violenza sulle donne costituisce l’ennesima dimostrazione delle difficoltà della destra nel maneggiare i problemi dell’etica pubblica. Contro la nomina sono insorti leghisti e “fratelli d’Italia”. Non per discutere le competenze di Concia (sarebbe stato legittimo), ma perché si tratta di una lesbica ex comunista. Hanno accusato Valditara di avere “un gigantesco complesso di inferiorità culturale” verso la sinistra, senza rendersi conto di essere loro a soffrirne. Agli scandalizzati bisognerebbe spiegare che non si batte il progressismo con l’omofobia e l’intolleranza reazionaria. E che tocca oggi alla destra, diventata maggioranza politica, uscire dalla minorità culturale in cui ha vissuto per decenni.

Quanto a Valditara, ha reagito alle critiche tornando prontamente in trincea. Ha spiegato che quello presieduto da Concia è soltanto “un comitato di garanti che non prende decisioni”. Ha rassicurato che “le uniche che potranno dire qualcosa nelle scuole sono le organizzazioni dei genitori”. Nulla cambierà, dunque, nell’attuale governance della scuola italiana, dove a farla da padroni sono, da tempo immemorabile, le rappresentanze delle famiglie e i sindacati. Ovvero coloro che usualmente finiscono per difendere i diritti e non i doveri, le ragioni degli studenti che non studiano e le pretese degli insegnanti che non insegnano.