Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Il femminicidio di massa del 7 ottobre

di

La reazione di Tel Aviv al 7 ottobre ha provocato il riemergere, in Occidente, di un’opinione pubblica antisraeliana e antisemita che ha finito per mettere tra parentesi il pogrom alla luce dei bombardamenti su Gaza, facendo la conta dei morti palestinesi e giustificando Hamas con le sofferenze dei campi profughi.

Ma il 7 ottobre è stato un evento unico, che non può essere paragonato a una guerra, come la Shoà non può essere paragonata alla distruzione delle città tedesche e giapponesi da parte degli Alleati. E’ stato una sorta di faglia nel processo plurisecolare della civilizzazione. E la spaventosa evidenza della faglia è stato il femminicidio di massa.

Un appello lanciato da alcune artiste e manager italiane sta raccogliendo molte migliaia di firme, tra cui quelle di Natalia Aspesi, Corrado Augias, Concita De Gregorio, Riccardo Muti, Gabriele Salvatores, Lucia Annunziata, Mara Carfagna, Liliana Cavani, Ferruccio de Bortoli, Dacia Maraini, Myrta Merlino, Massimo Recalcati.

“Il 7 ottobre - si legge nell’appello - le donne non sono state uccise come gli altri civili durante l'attacco di Hamas. Sono state sottoposte a violenze di gruppo che hanno loro frantumato i bacini, le gambe sono state divelte, le loro vagine dilaniate con i coltelli, i loro seni asportati e usati per giocare a pallone. Sono state esibite nude sulle strade. I militanti di Hamas hanno urinato sui loro corpi, li hanno cosparsi di sperma. Le hanno decapitate, bruciate, smembrate. Le violenze di Hamas non sono stati eventi isolati, ma un piano studiato per oltraggiare le donne”.

“Il mondo però - continua l’appello - non ha voluto credere all'orrore. La verità è stata negata, nonostante le prove. Poche voci si sono alzate per denunciare la violenza di genere. E tuttavia, qualsiasi opinione si abbia sul conflitto, qui non si tratta di prendere una posizione politica. Chiunque condanni la violenza di genere non può rimanere indifferente, o girare la testa dall’altra parte. Il femminicidio del 7 ottobre deve essere dichiarato femminicidio di massa e gli autori devono essere condannati per crimini contro l’umanità”.

Non solo per crimini di guerra, cioè. Per crimini contro l’umanità. Per un reato di lesa civiltà del quale spesso le nostre opinioni pubbliche non appaiono pienamente consapevoli.