"Leggi che ti passa" / Sur-REALE. Il mio lockdown tra nostalgia e speranza

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Surreale è stata la condizione in cui il mondo è imprevedibilmente precipitato nei primi giorni del marzo 2020 quando il motore pulsante della routine quotidiana ha rallentato il suo ritmo fin quasi a spegnersi.

Sullo sfondo desolante delle nostre strade deserte, Gabriella Reale ha preso la penna per tenere la cronaca di giorni irripetibili. E ha tenuto un diario per sé ma destinato a tutti noi, dove la storia collettiva si intreccia al filo dei ricordi personali. Intreccio a cui allude il calembour del titolo: Sur- Reale. L’autrice evoca abilmente, grazie ad una prosa asciutta e scandita da un ritmo ben calibrato, il clima dei primi giorni di pandemia. Un clima segnato dall’incalzare dei bollettini, dei lanci d’agenzia, dal susseguirsi dei provvedimenti. E ha il merito di riportarci ai primi giorni, quelli dello smarrimento e del tentativo di serrare le fila in una solidarietà che si manifestava nei flash mob, nei saluti dai balconi, negli slogan improntati al ottimismo.

Ricordi di un passato prossimo che potrebbero impallidire nell’eterno presente imposto dall’impero della comunicazione globale.

Gabriella Reale usa con disinvoltura diversi registri: dal diario familiare alla cronaca politica, dedicando le sue osservazioni più puntuali al profilarsi di una crisi per sua natura senza precedenti grazie alla sua formazione di economista.

La sosta forzata, si offre presto tuttavia, come l’occasione per salpare verso un viaggio interiore che l’autrice affronta con il giusto equilibrio tra sincerità e riservatezza, dedicando molte pagine al ritratto di una generazione in cui molti non faticheranno ad identificarsi. Un ritratto affettuoso, non privo d’ironia, ma anche di spunti critici e momenti drammatici. Ma l’autrice non esita a scendere sul terreno più personale del microcosmo familiare dove ritrovare affetti ed un ancoraggio alle migliori tradizioni. Una donna calata nel nostro tempo ma non senza dubbi o disagi nei confronti di una realtà dominata, ad esempio, dal narcisismo dei social.

È proprio in queste pagine più autobiografiche che emerge il ritratto di “una borghese illuminata” come Gennaro Biondi, amico e mentore, l’ha definita nella brillante presentazione.

Una donna sostenuta da valori e ideali solidi e vissuti con profonda partecipazione come l’etica, la solidarietà, la fede, la famiglia. Mi piace pensare che, in questo senso, Gabriella Reale è una perfetta smentita all’accusa generica che viene lanciata alla borghesia napoletana che di volta in volta è descritta come assente, superficiale e disimpegnata.

Un libro, insomma, che va letto per guardare al recente passato, per ritrovare qualcosa di noi stessi e proiettarsi nel futuro incoraggiati dalla speranza e sorretti dall’ottimismo della ragione.