Turismo, l'allarme di Iaccarino (Federalberghi): «L'inflazione rischia di erodere gli utili estivi»

di

L'allarme è di quelli che fanno tremare le vene ai polsi. «È molto probabile che l'inflazione finisca per azzerare completamente le previsioni di utile della stagione estiva. Questo crea un clima di incertezza e di sfiducia che limiterà gli investimenti da parte delle aziende». A sottoscriverlo è Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania, che amministra l'Imperial Hotel Tramontano. Il gioiello della famiglia Iaccarino, uno degli alberghi più prestigiosi della Penisola sorrentina, fu nel 1544 la casa natia di Torquato Tasso e nel 1881 ospitò il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, che qui in sei mesi completò una delle sue opere più importanti, "Gli spettri".

Molti anni dopo, ombre sinistre aleggiano ancora intorno a noi. Dopo una stagione in cui non solo le località balneari ma anche Napoli, come altre città d'arte, sono state prese d'assedio dai visitatori, con percentuali di riempimento altissime, nuovi fantasmi danzano sulla linea dell'orizzonte.

Così, stretti tra due emergenze, ci percorre una frenesia bifronte: da un lato l'ansia di recuperare il tempo negato dal virus, dall'altra quella di prevenire la minaccia di un'incertezza diversa ma non meno dannosa. E allora ci si avventa famelici sul presente, in una grande abbuffata alla vigilia della prossima annunciata astinenza.

Dopo quelli funestati dalla pandemia, il 2022 è stato un anno di grazia per il turismo. Siete soddisfatti?

«È stato sicuramente un anno positivo per la Campania e in generale per l'Italia. La nostra regione in modo particolare è andata benissimo: tutte le località turistiche hanno lavorato bene e si sta continuando ancora a lavorare bene. Per noi, l'ultimo anno positivo era stato il 2019, che è andato molto bene, ma stavolta si sono addirittura superati quei risultati».

È la grande abbuffata prima di un altro probabile digiuno?

«Chissà. Di certo tutti avevano voglia di tornare alla normalità, è un segnale di vitalità. Una piccola indagine condotta al livello locale ci ha detto che in Penisola Sorrentina abbiamo avuto ospiti provenienti da oltre 100 nazioni diverse: significa che il messaggio che parte dalla Campania arriva e funziona: Ischia, Capri, Procida, Positano, Sorrento, la Costiera Amalfitana, il Cilento, sono tutte mete molto ambite».

Dalle nostre parti è arrivato un turismo in gran parte straniero.

«Sì, per l'80 per cento si tratta di presenze estere. Un dato certamente positivo».

Un'onda lunga che durerà ancora fino ad ottobre. Questo lenisce un po' le sofferenze del lungo periodo di magra?

«Nel nostro mestiere non si recupera mai, non siamo un'azienda che ha un magazzino con della merce invenduta: quello che è perso, è perso. Quella che sta finendo era un'estate molto importante, poi è venuta la guerra che ha portato un aumento generalizzato dei costi, tra quelli previsti e quelli non prevedibili, con il conseguente rialzo dell'inflazione. Adesso non ci resta che aspettare per capire quali saranno gli effetti».

Lei ha posto una questione delicata, dicendo che «il rischio è che i rincari sull'energia e su altri prodotti azzerino gli utili di questa estate».

«Purtroppo è così. Il prezzo dell'energia continua ad aumentare, e a cascata tutti i prezzi sono saliti almeno del 15 per cento. Si corre un rischio molto concreto di erodere gli utili dell'estate».

Che cosa potrebbero fare le istituzioni per mitigare queste ricadute?

«I tetti al prezzo del gas e dell'energia sarebbero già una cosa importante. Ma oltre ai pesanti rincari a preoccuparci c'è la carenza di materie prime. Oggi anche sostituire un motore di un condizionatore è complicato».

Che Natale vi aspettate?

«Si ha la sensazione di poter ricalcare i numeri del 2019, che erano già buoni. C'è però questo grande punto interrogativo dei costi energetici: speriamo non incida più di quanto già ha inciso finora. Con l'aumento delle bollette, del carburante e dei prodotti, i danni economici sono stati già notevoli».

Avete ritoccato i listini verso l'alto?

«Non possiamo farlo, sarebbe una dimostrazione di scarsa serietà».

La crisi ha provocato effetti sull'occupazione nell'industria campana dell'accoglienza?

«Al momento no, ci auguriamo di poter scongiurare licenziamenti».

Lei ha detto che il "sistema Campania" funziona. C'è qualcosa da migliorare?

«Certamente. Si può migliorare ancora sul versante dei trasporti su ferro, gomma e via mare. E poi sul fronte dei servizi».

Tra la pandemia e la guerra, come sta cambiando la fruizione dei servizi turistici?

«I gusti e le mode mutano, e noi dobbiamo rimodellare tutto in base a quello che la gente vuole. Il pubblico oggi cerca soprattutto un buon rapporto tra la qualità offerta e il prezzo che paga, e noi cerchiamo di soddisfare questa aspettativa. Vogliamo guardare al futuro, il turismo mordi e fuggi non ci interessa. Per farlo, dobbiamo salvaguardare la nostra immagine: ci vuole molto a farla crescere e poco a rovinarla».

Si annunciano aumenti vertiginosi per il costo del riscaldamento domestico, ma la crisi energetica colpisce anche le aziende. In momenti di incertezza si tagliano prima di tutto i cosiddetti beni voluttuari. Sacrificheremo anche i viaggi e le vacanze? Teme danni al sistema economico che si fonda sul turismo?

«Staremo a vedere. In momenti come questo il turismo è sempre il primo a rimetterci. Non ce lo auguriamo, ma bisogna metterlo nel conto. Le persone, però, prima di partire fanno indagini su internet, sanno già tutto del posto in cui andranno: dove andare a mangiare, che cosa andare a vedere. Cercano un buon compromesso tra qualità e prezzo, ma se hanno deciso di partire difficilmente rinunciano. Almeno, noi speriamo che sia così».