Napoli capitale di sport e passione

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Soltanto un quarto degli impianti sportivi italiani è ubicato nel Mezzogiorno, i 2/3 della popolazione scolastica del Sud frequenta scuole non dotate di palestra, quasi 1/5 degli impianti sportivi meridionali è parzialmente funzionante, il tasso di sedentarietà nella popolazione sopra i 14 anni nel mezzogiorno è in aumento e si attesta al 52% nel 2022 con inevitabili impatti socioeconomici sul sistema sanitario.

È questa la sintesi preoccupante del recentissimo studio Svimez sulla dotazione di impianti sportivi in Italia!

Una fotografia che registra ancora divari territoriali, ancora al sud popolazione figlia di un dio minore nonostante l’ormai rango costituzionale dello sport.

E sì perché a settembre 2023 lo sport è entrato nella Costituzione della Repubblica italiana come uno dei valori tutelati dalla Carta. Con una sola norma semplice ed efficace all’articolo 33, laddove si parla di arte e scienza, è stato aggiunto il comma «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

Lo sport, generatore di benessere, sia in fase attiva che in fase passiva, definito dal Ministro dello Sport Andrea Abodi “una delle principali difese immunitarie sociali”, è altresì fattore di apporto all’economia con circa 24,5 miliardi di euro (pari all’ 1,37% del PIL) e circa 420 mila occupati al 2019. Un contributo suscettibile tuttavia di ampiamento, considerato che secondo uno studio dell'Istituto per il Credito Sportivo, l'Italia si trova soltanto al tredicesimo posto nell’UE per PIL pro capite sportivo, con 356 euro.

E sul fronte dello sport Napoli - si sa - si identifica fortemente nel calcio con una tifoseria che a tratti sembra idolatria, per una squadra che è ragione di vita e finanche, non solo folkloristicamente, ‘na malatia. È tessuto connettivo, cordone ombelicale, appartenenza, fede, delirio. Insomma è molto di più di uno sport, capace di generare anche con un semplice murales – quello dell’idolo Maradona – flussi di turismo sportivo e spettacolo.

Ma oltre al calcio, soprattutto quello da spettatori e del business, c’è di più. A Napoli città di mare vela, nuoto, pallanuoto e canottaggio hanno sempre avuto una forte tradizione, sigillata da importanti trofei e riconoscimenti, così come il tennis, il pugilato, la scherma, che annoverano numerosi campioni, anche olimpionici. Senza dimenticare il Giro d’Italia, la coppa America, la ATP Napoli Cup e la maratona internazionale di Napoli, eventi che hanno impattato e contribuiscono alla ormai irrinunciabile attenzione mediatica della nostra città, mostrandone, attraverso le riprese, la parte più bella con conseguente attrazione di flussi turistici.

Last but not least esiste il tema della pratica dello sport, quello per la salute fisica e mentale, quello delle endorfine positive che aiutano a crescere e a restare in salute, quello della risposta ai problemi di sovrappeso tanto presenti nella nostra popolazione. E la pratica si sa ha bisogno delle strutture, spesso insufficienti e degradate, di più dalle nostre parti. Basti pensare per la sola città di Napoli alle drammatiche sorti del  PalaArgento o dello Sferisterio, senza trascurare le condizioni dello stesso stadio Maradona e del “temporaneo” PalaBarbuto.

A tal punto ci si chiede se la recente attribuzione di Napoli Capitale Europea dello Sport 2026 servirà a consacrare il valore dello sport, a potenziare gli impianti carenti, a sensibilizzare la popolazione alla pratica, per contribuire a colmare quei divari che ci tengono lontani dagli abitanti del Nord e dell’Europa, più in forma e più sportivi. Il dibattito come sempre è aperto. La parola ai lettori di Nagorà!