IL P.N.R.R.. Ultima opportunità per Napoli Città Metropolitana

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Intorno all'idea che il PNRR rappresenta forse l'ultima occasione per lo sviluppo del Mezzogiorno ed in particolare per Napoli si è ormai definita un'unanimità nell'opinione pubblica e presso i pubblici amministratori. Ma dall'enunciazione di principio al pragmatismo operativo il passo non è semplice, in quanto si scontra con situazioni locali e problematiche specifiche

Nel caso napoletano è dunque opportuno ripartire da due evidenze entrambe di matrice europea

In primis è utile sottolineare che il PNRR si inserisce all'interno del programma  NGEU (Next Generation EU), che ha una visione del tutto rivolta al futuro ed  intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. D'altra parte la Commissione europea ha affermato che "le città metropolitane sono i luoghi in cui emergono i problemi, ma dove si trovano anche le soluzioni. Sono il terreno fertile per l'innovazione e la cultura, per la creatività del singolo e della comunità. Hanno un ruolo chiave nello sforzo tendente a mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici ed un contributo fondamentale rispetto all'esclusione  sociale". E' in questo quadro normativo che va affrontato il caso Napoli. partendo dalla ricognizione delle sue problematiche economiche e sociali che attualmente la collocano, secondo l'ultima rilevazione dell'Ecomonitor International, al 32° nella graduatoria delle città metropolitane.

Nell'ambito economico le problematiche sono ben note e vanno dalla ventennale deindustrializzazione, che ha dimezzato il numero delle imprese e degli addetti, al processo di terziarizzazione che risulta molto modesto con impatto sul Pil locale pari al 35% dell'apporto medio nelle altre realtà metropolitane del Paese (vedi Torino e Milano). In parallelo all'economia ufficiale si è diffuso il comparto del lavoro informale, che spesso finisce a sua volta per alimentare il circuito dell'economia criminale con le conseguenze ormai ben note. Sul piano sociale e con lo sguardo rivolto al futuro vanno segnalati alcuni dati estremamente delicati quali l'abbandono scolastico pari al 22%, il rafforzamento del gruppo dei missing man (i giovani tra i 15 e 25 anni che non studiano e non cercano il lavoro, vivendo di fatto ai margini della comunità urbana).

Su questa base la quota parte degli 82 miliardi di Euro destinati al Mezzogiorno dovrà essere investita per progetti relativi ai tre assi strategici del PNRR, vale a dire digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Purtroppo su questo piano Napoli ha già accumulato notevoli ritardi attribuibili in particolare alla vecchia amministrazione "arancione" che non ha presentato i progetti di co-finanziamento con il Recovery Plan. Non solo, ma l'elaborazione del Piano Strategico dell'area metropolitana ha proceduto per sommatoria di progetti predisposti dai Comuni senza esprimere una visione d'insieme che contrasta in maniera evidente con l'approccio europeo espresso nel PNRR.

Tutto da rifare? Forse la nota positiva è costituita dall'insediamento della nuova giunta e dalle dichiarazioni programmatiche del nuovo Sindaco che gode di grande fiducia dovuta alla sua accertata propensione per una politica "del fare". Ma attenzione, in questa operazione non può restare estranea tutta la classe dirigente napoletana e regionale, che deve mobilitarsi per aggredire le macerie economiche e sociali lasciate in eredita dal COVID 19; il che richiede non solo competenze specifiche ma anche un rinnovamento etico e morale ed un forte senso della socialità, che si contrapponga al diffuso individualismo, spesso frutto dell'emarginazione sociale ed economica. Il tutto con lo sguardo attento alle aspettative delle nuove generazioni a cui guarda tutta intera la politica europea nel post-pandemia. 

Saremo in grado di raggiungere gli obiettivi in grado di contrastare il progressivo declino della Città metropolitana per riposizionarla nello scacchiere europeo al suo storico ruolo sul piano economico e culturale? 

La risposta ce la offriranno i prossimi mesi.