Paolo Macry

La finestra
di Paolo Macry

I vizietti del dopo-Covid

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Il dopo-Covid si apre all’insegna dei soliti vizi italici. Tre per tutti.

La divisività. Prende piede una lettura della tragedia in chiave Nord-Sud. Il Sud è stato virtuoso, si dice, mentre il Nord ha sbagliato tutto. Ma è solo un caso che il virus sia esploso in Lombardia, cioè nel cuore dei traffici del paese, e non altrove? Sembrerebbe un’ovvietà, e però dividersi tra sudisti e nordisti è sempre bello.

Il panpenalismo. Le procure di mezza Italia sono alla caccia delle responsabilità penali, e certo molti errori sono stati fatti da governo e Regioni. Ma siamo sicuri che siano i pm e non la politica a doversene occupare? E per scoprire cosa? Magari un dolo, come ardentemente spera certa stampa? Ecco un modo per rendere repulsivo il paese agli occhi degli investitori stranieri.

Lo statalismo. A Colao, tra i più celebrati manager italiani nel mondo, viene chiesto un piano per la ripresa economica. Ma quando il piano è fatto, Conte e i giallorossi lo buttano nel cestino. La colpa di Colao? Aver parlato di mercato. Il mercato è profondamente indigesto alla cultura statalista e assistenzialista dei grillini e della sinistra. Loro lo chiamano “neoliberismo sfrenato” (come se in Italia ci fosse mai stata una stagione liberista).