Paolo Macry

La finestra
di Paolo Macry

Ma si può brindare a un fallimento?

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Cade la Vela Verde. “È una vittoria della città, un calcio a Gomorra”, proclama de Magistris. Ma Roberto Saviano: “È il fallimento della riforma del quartiere. Inutile alzare i calici sulle macerie”.

Costruite nel 1962-1975 su progetto colto di Franz Di Salvo, le Vele volevano essere un esperimento di urbanistica comunitaria. Ma nessuno costruì adeguati spazi collettivi, infrastrutture, verde, scuole, chiese. Poi, con il terremoto, arrivarono gli occupanti abusivi. Infine, i clan ne fecero una comoda roccaforte della droga.

Era la sconfitta dello Stato, lo Stato che eroga i servizi, lo Stato che protegge dal crimine. E allora si pensò di tagliare la testa al toro, abbattendo le Vele una dopo l’altra, dal lontano 1997 alle ruspe odierne. Ma sempre con entusiastici brindisi di regime.

Progettisti, urbanisti, amministratori locali, governi. Difficile dire chi si possa chiamare fuori dalle macerie di Scampia. “Anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”, cantava De André.