Napoli temporanea

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I cambiamenti della società contemporanea degli ultimi decenni - in termini  di stili di vita, di lavoro, tempo libero, spostamenti individuali e collettivi, relazioni tra le persone – mettono ormai in discussione i tradizionali modelli dell’abitare e del vivere la quotidianità.

Il dibattito contemporaneo sui futuri sviluppi dell’urbanistica e dell’architettura oscilla oggi tra la necessità  di elaborare progettualità a lungo termine e alla grande scala e l’urgenza di sperimentare “tattiche” locali a breve termine.

In questo contesto l’”Urbanismo transitorio”, approccio ormai consolidato nelle vicine Inghilterra e Francia, si basa sulla riattivazione temporanea di spazi e/o edifici sottoutilizzati o non utilizzati. Risultato di una riflessione condivisa – spesso promossa direttamente dal basso –  tra cittadini, soggetti pubblici e privati su nuovi usi e funzioni possibili che, a fronte di un breve termine delle sperimentazioni, sembrerebbe stimolare la socializzazione di un immaginario più duraturo, di una visione contemporanea di città, di una rigenerazione urbana sostenibile.

Proprio in questo senso sembrano muoversi anche la Regione Campania e il Comune di Napoli con la deliberazione n. 30 del 26 luglio 2022 recante criteri, indirizzi e schema di convenzione per la disciplina degli "usi temporanei " per gli spazi pubblici e gli immobili di proprietà pubblica.

Ma l’Italia – il mezzogiorno ancor meno – non è la Francia, né tantomeno l’Inghilterra. Quale declinazione immaginare, per questi usi temporanei?