Proposte e luoghi alternativi: così si rigenera la musica

Fino alla fine di ottobre, il Maggio della Musica propone 22 concerti: a Villa Pignatelli la classica e al Galoppatoio della Reggia di Portici le ibridazioni. Overture jazz all’Acacia

di

In un periodo storico caratterizzato, pressoché ovunque, dal calo di curiosità di un pubblico reso pigro dall'offerta virtuale (più a portata di mano) e dal fascino resistibile del concerto dal vivo, percepito come rito ripetitivo, diventa indispensabile cercare vie alternative, seppure non sovversive, di coinvolgimento. Il "Maggio della Musica" prova a innestare elementi di novità all'interno di uno schema consolidato felicemente negli anni, e che nella dimensione cameristica, oltre che nella confidenza acquisita con un luogo-simbolo come Villa Pignatelli, trova i propri riferimenti irrinunciabili.

"Piani inclinati" si intitola il ciclo di appuntamenti che a Napoli, dopo la partenza dal Teatro Acacia (col duo formato da Paolo Fresu e Uri Caine, in programma il 18 aprile), troverà pieno svolgimento nella veranda neoclassica di Chiaia, durante la primavera 2023. L'intento, qui, è quello di declinare secondo regole non assodate e felicemente in bilico - “inclinate”, appunto - il concetto stesso di pianoforte, al riparo da prevenzioni di gusto e di genere.

Più in generale, la programmazione del “Maggio della Musica” nasce dalla già richiamata riflessione intorno ai cambiamenti del pubblico, i cui gusti oggi sembrano allargarsi in senso trasversale, a dispetto di quella connotazione “di nicchia” tanto spesso evocata. L’obiettivo, allora, è quello di assecondare le mutazioni di gusto e sensibilità, puntando a nuove fasce di fruitori, ove possibile colmando eventuali lacune di offerta così da rivitalizzare la domanda in maniera sostenibile. Non è un caso che anche la collocazione temporale degli eventi sia stata definita avendo cura di non interferire con l’attività di altri attori operanti nel medesimo ambito cittadino e regionale, così da contribuire a una proposta territoriale integrata che ampli il ventaglio di scelta.

Il cartellone 2023 allinea proposte originali, per nomi e per contenuti, privilegiando eventi in prima assoluta, artisti di fama internazionale la cui presenza possa rappresentare una novità, in ambito locale, o coincida con una rentrée attesa da tempo. E, laddove non siano i nomi a fare per forza da richiamo, dovranno risultare tanto più stimolanti i programmi, con elementi innovativi eventualmente legati a ricorrenze specifiche.

La stagione promossa dal “Maggio della Musica” si ispira ad un format strutturato - secondo un’assonanza musicale - quasi come una suite barocca.

Preludio

Nel mese di aprile, il “Maggio della Musica” presenta un evento musicale introduttivo fuori schema che, per valore artistico, assuma funzione di traino e comunicazione nei confronti del pubblico e del territorio. Protagonista del prologo sarà il duo formato da Paolo Fresu e Uri Caine.

Allemanda

Il modulo – col titolo di “Piani inclinati”, prende forma tra aprile e giugno, nei saloni di Villa Pignatelli, e include recital pianistici e concerti da camera con protagonisti prestigiosi della scena classica internazionale, ai quali si affiancano matinée domenicali. Accanto a solisti con vocazione classica – come Francesco Libetta, Leslie Howard, Giuseppe Andaloro, Marco Scolastra e Orazio Maione – in locandina trova spazio, allora, anche un fuoriclasse del jazz quale Fred Hersch (al debutto a Napoli). Accanto agli autori romantici, passando ai contenuti, verranno eseguite in prima napoletana le affascinanti “Variazioni su El pueblo unido” di Rzewski. Accanto ai molti recital per strumento solo (c’è anche Matteo Giuliani, giovane vincitore spagnolo del “Maggio del Pianoforte” 2022), troviamo un concerto a quattro mani con pagine rare di Anton Rubinstein. Il grande repertorio da camera avrà nei violinisti Anna Tifu e Charlie Siem, nei violoncellisti Ettore Pagano (pluripremiato astro nascente della musica italiana) e Mattia Zappa un lotto di interpreti d’eccezione. A sfiorare la dimensione teatrale, infine, sarà il progetto su Spilman con Francesco Nicolosi.

Corrente - Il modulo, che parte nel mese di settembre ancora in Villa Pignatelli, comprende un ciclo di cinque recital (tutti di domenica mattina) di giovanissimi pianisti italiani e stranieri già emersi nell’ambito di concorsi internazionali e stagioni concertistiche. Sotto la dicitura “Maggio del pianoforte”, questo segmento di attività persegue un’idea progettuale già consolidata da anni: strutturato secondo la formula di un moderno contest, infatti, il “Maggio del Pianoforte” lascia al pubblico la scelta del vincitore.

Tema con variazioni – Tra ottobre e novembre, il “Maggio” accoglie una serie di incursioni jazzistiche itineranti: tre concerti che fanno leva sull’apporto di musicisti soprattutto provenienti dal territorio campano (Emilia Zamuner, Marco Sannini, Giulio Martino, Gigi De Rienzo, Alfredo Golino, Claudio Romano, Fabrizio Soprano) alle prese con progetti “trasversali”, che nei margini del linguaggio jazz provano a far confluire suggestioni di ogni genere.

Giga – Tra ottobre e dicembre, l’Associazione “Maggio della Musica” prevede l’ultimo modulo della stagione, denominato “Galop 23” proprio per rimarcare l’importanza del luogo che accoglie gli eventi musicali, ossia il bellissimo Galoppatoio borbonico del Palazzo reale di Portici. L’ambientazione speciale si lega alla volontà di occupare, con i contenuti artistici, un segmento di repertorio alternativo e complementare a quello cameristico più spesso associato, per tradizione, alle attività napoletane del “Maggio”. Il marchio "Galop” accorpa proposte che nella musica trovano l’elemento propulsore più forte, ma non esaustivo. Intorno all'esecuzione di brani classici e moderni, infatti, si snodano percorsi narrativi in grado di porre in circolo virtuoso una serie di riferimenti teatrali (citiamo il nuovo spettacolo su Pablo Casals, col violoncello giovane di Erica Piccotti), letterari (“Il cantautore necessario”, con Michele Ascolese, Edoardo De Angelis e direzione artistica di Francesco De Gregori), storici (“Maluf Movement: suoni mediterranei”, con Marzouk Majri). Come a ribadire, insomma. il tentativo orgogliosamente perseguito di coinvolgere un pubblico non specialistico, curioso e composito per vocazione, background culturale ed età.