Imprescindibilità del concept dell'intervento per creare valore

di

Il focus sugli strumenti e le procedure di gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico è stato l'obiettivo principale di un recente studio, curato per conto dell'ANCE Campania e dell'ACEN, presentato lo scorso dicembre ad una numerosa ed attenta platea di operatori pubblici e privati, esperti del settore.

Lo studio, dopo un'ampia ed articolata ricognizione desk delle consistenze patrimoniali pubbliche campane e del loro uso, ha analizzato quegli strumenti anche d'investimento, che si ritiene consentano di valorizzare il patrimonio in una logica sì reddituale ma finalizzata a remunerare prevalentemente la gestione per l'uso efficiente del patrimonio medesimo.

Difatti, o cambia il paradigma sulle modalità di reperimento delle risorse necessarie per il riuso del patrimonio pubblico oppure non si può prescindere dalla ottimizzazione del rendimento economico ottenibile dallo stesso per supportare la gestione necessaria al raggiungimento degli obiettivi - anche non economici - ad esso assegnati.

Al di là dei tecnicismi degli strumenti, puntualmente analizzati dallo studio, ciò che ne deriva è l'imprescindibilità di un'accurata definizione del concept del singolo bene immobiliare, capace di garantire il rendimento atteso nel medio-lungo periodo. Condizione quest'ultima ben nota agli economisti quale postulato centrale della dottrina economica e finanziaria del secolo scorso, tuttora attuale.

A questo punto, si potrebbe obiettare che l'uso del patrimonio pubblico dovrebbe essere sottratto alle logiche economiche e finanziarie per soddisfare bisogni di pubblica utilità. Vero! ma ciò non può valere per quel patrimonio cosiddetto "disponibile" a meno di ricadere nelle inefficienze del passato, abbandonando principi di economicità ed efficienza che, a giusta ragione, debbono regolare anche la gestione della res publica.

In questa logica, lo studio si completa di due interessanti casi che dimostrano, a mio avviso, come il patrimonio attualmente in disuso della PA in Campania è ricco di potenzialità in termini di up-cycling, nell'accezione più moderna del termine. Tale è l'ipotesi di recupero e riuso dell’ex studentato “Casa Miranda”, edificato a partire dagli anni ‘30 del secolo scorso, in uno student hotel. Struttura in abbandono da oltre 30 anni, ubicata nel cuore della città antica di Napoli, che dimostra un’affascinante attualità a distanza di quasi un secolo. Attualità con i modelli oggi più in voga dello smart and student housing ed in linea con l'incremento della domanda di ospitalità in città, legata alle iniziative del mondo accademico campano ed allo straordinario incremento dei flussi turistici regionali registrato negli ultimi anni (+30,5% nel periodo 2017-2014).