Se il pubblico e il privato lavorano assieme

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L’editoriale dell’Ing. Reggi è la prova dell’esistenza di un’effettiva “cooperazione istituzionale e sinergia operativa” della Pubblica Amministrazione anche con i privati. Il passaggio merita, a mio avviso, di essere sottolineato, ancor prima di qualsiasi riflessione sull’interessante contenuto dell’articolo, per la straordinaria concretezza con la quale l’Agenzia del Demanio intende raggiungere gli ambiziosi quanto urgenti obiettivi di politica della valorizzazione del patrimonio pubblico, nell’ambito dell’indirizzo di Governo.

La portata risulta ancora maggiore perché l’Agenzia dimostra, con i fatti, di diffondere la rinnovata mentalità su tutto il territorio nazionale senza anteporre minimamente distingui di sorte o condizione, troppo spesso utilizzati come alibi ad una minore volontà o minore focalizzazione nel raggiungere i risultati. Se la governance di una delle principali Agenzie dello Stato è disposta a scrivere per l’industria della costruzione vuol dire che il mutamento del rapporto tra PA e privati è avvenuto, almeno in questo ambito. Questo, lasciatemi dire, rappresenta una crescita civica perché consente l’istaurarsi di quel dialogo costruttivo basato su rapporti fiduciari imprescindibili tra l’Amministrazione e il cittadino, anche per l’attuazione dei più articolati Partenariati Pubblico Privati, spesso auspicati ma troppe poche volte realizzati.

Il ricorso allo strumento della consultazione pubblica è ancora più efficace se la PA può avvalersi di studi ed analisi puntuali che mettano a sistema le risultanze della consultazione medesima, seguendo le best practices comunemente riconosciute anche internazionalmente tra gli operatori e gli investitori, pubblici e privati, del real estate; nel rispetto dell’intero quadro normativo che disciplina le singole fattispecie di intervento.

Gli esempi commentati, relativi ai due casi studio di riqualificazione dell’ex S.M.O.M. di Pozzuoli e dell’antica costruzione militare borbonica di Nola, mostrano già gli effetti della citata fattiva collaborazione tra Pubblico e privato. Il primo caso esprime la naturale vocazione turistica del territorio su cui insiste l’immobile “non utilizzato” da oltre mezzo secolo. Un intervento, in cui il beneficio per la PA assume una dimensione maggiore di quello meramente economico in quanto legato alla riqualificazione di una area morfologicamente meravigliosa e altresì unica per la presenza di rare manifestazioni della natura. Nel caso della ex caserma “Cesare Battisti” di Nola, va sottolineata l’innovazione gestionale, fondata sulla consapevolezza che solo la coincidenza di interessi tra proprietà e gestione può garantire il successo di una struttura complessa per dimensioni e varietà di funzioni. Il ricorso alla forma di partenariato pubblico privato consente di raggiungere gli obiettivi di piena occupazione della struttura, nonostante la varietà e diversità delle funzioni in esso svolte. Il successo dell’iniziativa può consentire il raggiungimento contestuale di molteplici obiettivi, partendo dalla realizzazione del modello del federal building per l’efficientamento degli spazi occupati dalla PA, alla riqualificazione di spazi da offrire alla collettività attraverso funzioni di entertainment ed edutainement oltre che retail, associati alla rigenerazione di una consistente aree urbana di svariati ettari di superficie.