La programmazione unitaria per determinare lo sviluppo

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Diversi sono gli strumenti adottati dalla Regione Campania per favorire iniziative di rigenerazione urbana. La Regione, nonostante le continue emergenze, conferma la scelta di partire dai “territori”, eterogenei per vocazione, caratteristiche, problematiche e risorse ed agire quindi su territori urbani, rurali, litorali, conurbazioni metropolitane, aree interne, ecc.

In questa prospettiva si colloca anche il “Masterplan della Costa Campana” che rappresenta uno strumento per la valorizzazione e riqualificazione integrata dei paesaggi costieri, in coerenza con la strategia europea per la gestione integrata delle zone costiere. Il Masterplan si basa su un’attività di studio e di ascolto dei rappresentanti istituzionali e dei referenti tecnici degli Enti Locali, al fine di individuare fabbisogni prioritari e costituire un ambito di intervento individuato nel “Litorale Domitio-Flegreo” come “ ambito operativo o macro area omogenea” attuativa del piano paesaggistico regionale, redatto in coerenza con gli indirizzi di pianificazione paesaggistica di cui all’intesa istituzionale sottoscritta tra Regione Campania e MiBACT.

Attraverso la sottoscrizione del protocollo d’intesa per la definizione del Masterplan del Litorale Domitio-Flegreo, siglato il 21 novembre scorso, si è intrapreso un percorso che si propone come obiettivo la rigenerazione ambientale finalizzata alla riqualificazione paesaggistica ed alla bonifica dei territori, passando anche attraverso iniziative per la sicurezza e la legalità, la riduzione del disagio sociale ed il miglioramento dell’accessibilità volta al rafforzamento della mobilità con i principali punti di arrivo dei flussi turistici per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio naturalistico e storico archeologico. Si lavora in una prospettiva sistemica che guarda alla rigenerazione quale precondizione per lo sviluppo dei territori.

Nella stessa prospettiva di ascolto delle progettualità e dei bisogni locali per avviare processi di sviluppo locale e rilancio territoriale , è stato utilizzato un Fondo di Rotazione per il finanziamento della progettazione di infrastrutture nel territorio della Regione Campania . Attraverso un bando che ha selezionato più di 1900 istanze presentate da Enti Locali e organismi di diritto pubblico, sono state ammesse a finanziamento oltre 200 progettazioni, propedeutiche alla realizzazione di operazioni e/o interventi infrastrutturali coerenti con gli strumenti della programmazione regionale 2014/2020.

Sempre nell’ottica di una programmazione unitaria, integrata ed attenta ai fabbisogni locali, si pone il lavoro svolto con la struttura commissariale del grande progetto Pompei per la “Buffer Zone” UNESCO. La Regione, tenendo conto della specifica vocazione archeologica dell’area, ha realizzato uno studio sull’accessibilità ai siti archeologici ed ha proceduto ad una ricognizione attenta delle progettualità esistenti e dei fabbisogni del territorio, per avviare virtuosi processi di sviluppo locale.

A tali strumenti si aggiungono i Programmi Integrati Città Sostenibile quale strumento attuativo della strategia di sviluppo urbano della Regione Campania , che attribuisce alle 19 Città medie un ruolo di traino nello sviluppo per la loro capacità di configurarsi come nodi della rete nella promozione della competitività e dell’attrattività del territorio. I Programmi Integrati Città Sostenibile comprendono una pluralità di azioni integrate finalizzate alla sostenibilità e al consolidamento della dotazione infrastrutturale delle città finalizzate al contrasto alla povertà e al disagio sociale, all’accessibilità dei servizi per i cittadini, alla valorizzazione dell’identità culturale e al miglioramento della sicurezza urbana.

Contesti urbani fortemente abitati (città superiori a 50mila abitanti) e zone interne caratterizzate da isolamento e progressivo spopolamento, sono i diversi luoghi di un territorio regionale fortemente diversificato a cui si rivolge la programmazione regionale.

La scelta è di un metodo di lavoro che guardi oltre l’emergenza, ma che, nel contempo, legga le criticità ambientali economiche e sociali con un forte coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati, della società civile, dell’università e della ricerca , e che da qui parta per la programmazione puntuale delle risorse comunitarie e nazionali, rendendole capaci di determinare lo sviluppo.