Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Gli acchiappavoti

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Un bel dì c’erano i partiti. Poi arrivarono i leader carismatici. Ora siamo alla terza fase. Non ci sono più i partiti, morti trent’anni fa nella più grande operazione populista della storia d’Italia. Ma non ci sono neppure più i leader carismatici (eccezion fatta per Giorgia Meloni). Il Cav. ci guarda tutti dall’alto, Elly Schlein viene stoppata dai suoi stessi democrat, Salvini sta superando il limite di sopportazione dei leghisti delle origini e perfino Matteo Renzi (già detto, precipitosamente, “l’uomo solo al comando”) decide di non metterci la faccia.

E la terza fase, allora? E’ la fase degli acchiappavoti a buon mercato. La fu-Lega Nord si affida al generale Roberto Vannacci. La sinistra rossoverde punta tutto sulla detenuta Ilaria Salis. Gli strateghi del Pd abbracciano Antonio Scurati, malauguratamente esploso troppo tardi per essere messo in lista, e intanto, per consolarsi, strizzano l’occhio ai cortei arcobaleno con la candidatura di Marco Tarquinio.

Riassumiamo. Un militare destituito dal comando per i suoi scritti sessisti. Una antagonista dei centri sociali in attesa di giudizio per violenza politica. Uno scrittore di discussa qualità cui l’ineffabile Mamma Rai ha fatto vincere il terno al lotto. E un pacifista cattolico che piace molto ai “teorici” della resa di Kiev.

Sono loro i volti che i partiti intendono utilizzare per mezzo punto, un punto, un punto e mezzo in più alle europee. Senza curarsi minimamente dell’immagine del paese che i loro campioni potrebbero trasmettere a Bruxelles, ove mai Bruxelles li prendesse sul serio. Un meraviglioso, italianissimo miscuglio di omofobia, estremismo, antifascismo, neutralismo. Ce n’è per tutti i gusti. Mesdames et messieurs, faites vos jeux!