Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Quei duelli insensati nel salotto di Bianca Berlinguer

di

Sere fa, all’appuntamento quotidiano di Bianca Berlinguer su Rete4, era possibile assistere all’ennesimo dibattito sulla guerra in Ucraina. Iniziativa doverosa, dati i tempi. E importante, dato il ruolo dei media nella formazione dell’opinione pubblica. Ma chi era stato messo a confronto da Berlinguer? Da una parte Nathalie Tocci, laurea a Oxford, master alla London School of Economics, direttrice del prestigioso Istituto Affari Internazionali. Dall’altra, Ciro Cerullo, in arte Jorit, muralista celebrato a Napoli per l’omaggio a Maradona, chiamato poi in Russia a disegnare una bambina di Mariupol sotto i missili della Nato (sic) e infine clamorosamente abbracciato a Putin. “Umano come tutti”, gli aveva detto sorridente il giovane ammiratore.

Inutile aggiungere che il dibattito è stato paradossale. Tocci spiegava i problemi strategici aperti dall’invasione dell’Ucraina. Jorit replicava snocciolando gli argomenti dell’invasore. Inutilmente Tocci provava a ragionare. “La mia posizione nasce da un'analisi”, diceva. Jorit non sembrava interessato all’analisi. Anzi, irrideva l’interlocutrice. “C’è un meraviglioso dipinto, che si chiama la parabola dei ciechi, e io la Tocci la metterei al centro”.

Bianca Berlinguer, del resto, era la prima a non curarsi dei contenuti. Sapeva come attrarre l’attenzione del suo pubblico. Quello che aveva preparato era l’insensato duello fra intellighentia e propaganda, tra informazione e fake news. Non un dibattito, ma uno spettacolo circense. E si capiva che lo show era tutto per Jorit. Come da copione, la competenza finiva miseramente nel cestino. Vinceva l’improvvisatore. Vinceva l’amato zar. E naturalmente, ancora una volta, perdeva il giornalismo italiano.