Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Nel nome di Enzo Tortora

di

Il 12 giugno si voterà per i referendum sulla giustizia. Toccano temi importanti, dalla separazione delle funzioni dei magistrati alla limitazione del carcere preventivo, dalla modifica della legge Severino alle modalità di elezione del Csm. Non configurano una riforma organica, nè potrebbero, essendo referendum abrogativi. E del resto bisognava tener conto di un’opinione pubblica e di un parlamento tradizionalmente riluttanti a “toccare” la magistratura. Ne ha dovuto tener conto la stessa Cartabia, finendo per fare una riforma a dir poco edulcorata.

Ma basta ricordare le immagini di Enzo Tortora in manette per decidere di partecipare al voto referendario. Basta ricordare le mille indagini che, per gli errori o i pregiudizi o il protagonismo di qualche pm, hanno finito per devastare l’esistenza di cittadini innocenti. Basta ricordare come le carceri siano affollate di imputati in attesa di giudizio (il 31%), spesso destinati all’assoluzione.

E soprattutto basta ricordare la stagione di Mani Pulite, che finì per decapitare - in modo talvolta surrettizio - un intero sistema politico, aprendo una ferita profonda e mai rimarginata nella classe dirigente del paese. Non è un caso che da quella stagione prenda le mosse la storia del populismo italiano e dei suoi campioni, Berlusconi, Grillo, Salvini…