Paolo Macry

Va pensiero
di Paolo Macry

Senza paraocchi

di

Da una parte, riforma fiscale, autonomia differenziata, premierato, giustizia. Dall’altra, salario minimo, abolizione del Jobs act, famiglie arcobaleno. Destra contro sinistra? Forse sì, forse è un elemento di chiarezza. O forse no, forse è una semplificazione che poteva funzionare nel secolo scorso, ma oggi assai meno.

A lungo, destra e sinistra sono state grandi visioni del mondo, al cui interno donne e uomini si collocavano in modo non di rado fideistico. Alla mia generazione - alla generazione del dopoguerra - insegnarono che destra e sinistra non erano parole vuote. Anzi erano le uniche parole importanti. Parole identitarie. E così siamo cresciuti in mondi chiusi. Abbiamo rinunciato a capire quel che c’era fuori. E spesso, di conseguenza, non abbiamo capito neppure quel che c’era dentro…

Una volta mandate al macero le ideologie, tuttavia, si scopre che le cose non sono semplici. Quanti sono oggi coloro che voterebbero a scatola chiusa la proposta Meloni soltanto perché odora di destra? Oppure la proposta Schlein soltanto perchè ha alcune bandiere di sinistra? Direi, dando uno sguardo ai sondaggi (e all’astensionismo), non molti.

E quanti sono invece coloro che cercheranno di capire cosa contengano “veramente” il programma di Meloni e il programma di Schlein? Coloro cioè che non si fermeranno alle etichette e vorranno vederci chiaro? E che magari voteranno Meloni pur essendo “di sinistra” perché ne apprezzano (per esempio) la riforma fiscale? O voteranno Schlein pur essendo “di destra” perché ne condividono (per esempio) le battaglie sui diritti? Sempre di più, direi.